Il pianto dei bambini in gabbia separati dai genitori al confine tra Usa e Messico
Tutti contro Donald Trump e il suo pugno duro contro i clandestini e i loro figli, separati al confine col Messico: dai democratici a un crescente numero di repubblicani, dall’Onu («inaccettabile e crudele») ai leader religiosi. Persino Melania, con un rimprovero indiretto («un Paese deve governare anche col cuore») e l’ex first lady repubblicana Laura Bush, che sul Washington Post ha definito la politica della tolleranza zero «crudele, immorale e straziante».
Un messaggio ritwittato da un’altra ex first lady, Michelle Obama: «A volte la verità trascende il partito». Laura Bush ha paragonato le tendopoli dei bimbi ai campi di internamento dei giapponesi nella Seconda Guerra Mondiale, «uno degli episodi più vergognosi della storia americana». Solo la figlia-consigliera Ivanka tace, nonostante rivendichi la famiglia tra le sue deleghe.
Ma il tycoon difende e rilancia la sua linea della fermezza, continuando a scaricare sui dem la colpa della separazione dei bimbi e criticando l’Europa, con un colpo basso ad Angela Merkel, mentre è all’angolo proprio sulle politiche migratorie.
«Non vogliamo che quanto sta accadendo con l’immigrazione in Europa accada da noi», twitta. Poi mette nel mirino la cancelliera tedesca: «Il popolo tedesco si sta rivoltando contro la sua leadership mentre la migrazione sta scuotendo la già fragile coalizione di Berlino. La criminalità in Germania è molto alta. Grande errore aver permesso in tutta Europa a milioni di persone di entrare e di cambiare così fortemente e violentemente la sua cultura!», ha aggiunto Trump, appoggiando così la linea dura perseguita dall’asse «populista» tra Italia, Austria e Ungheria. Gli Usa, ribadisce poco dopo alla Casa Bianca, «non saranno un campo di migranti, né una struttura che ospita rifugiati. Non finché ci sono io», promette.
Poi ammette che la separazione dei bambini è «orribile», ma ne addossa la responsabilità ai democratici e alle leggi americane sull’immigrazione, «le peggiori del mondo». «Se i democratici si sedessero a un tavolo invece di fare ostruzionismo, potremmo avere qualcosa molto rapidamente», anzi, «qualcosa cui il mondo potrebbe guardare». Infine le accuse ai clandestini, tra cui «ci sono ladri, assassini», e alcuni dei «peggiori criminali sulla terra» che usano i bambini «per entrare nel nostro Paese».
Nessun passo indietro nell’amministrazione. «Gli agenti stanno attuando le leggi approvate dal Congresso e non devono scusarsi», ha spiegato la segretaria per la sicurezza Interna, Kirstjen Nielsen. «Senza applicare le leggi, incoraggiamo centinaia di migliaia di persone ogni anno a ignorarle e a entrare illegalmente nel nostro Paese», le ha fatto eco il ministro della giustizia, Jeff Sessions, parlando davanti all’associazione degli sceriffi a New Orleans.
La verità è che la separazione dei bambini (circa 2.000, di cui oltre 100 sotto i 4 anni) è frutto della politica di «tolleranza zero» dell’amministrazione Trump e che al Congresso non c’è alcuna proposta di legge bipartisan. Solo due progetti repubblicani, in votazione questa settimana, ma che, almeno al Senato, hanno bisogno del sostegno dell’opposizione. Senza dimenticare che il tycoon non intende firmare alcuna legge che non preveda il finanziamento del muro, la fine del Catch and Release (la prassi di fermare e rilasciare subito i clandestini, ndr), della lotteria dei visti e della catena migratoria.
Il presidente pensava di usare l’emergenza bimbi come arma negoziale con i dem, ma le foto shock delle tendopoli messicane, con ragazzini terrorizzati rinchiusi in gabbie, rischiano di rivelarsi un boomerang: di immagine e forse anche a livello elettorale, in vista delle elezioni di midterm.