Giunta con otto assessori o «ridotta»
Sindaco di Trento a pranzo con tutta la giunta, ieri all'Osteria «A le due spade». Primo piatto di pasta fatta in casa, a base di pesce. Un ottimo pasto, ma nessun cenno al rimpasto. Ha saldato il conto l'assessore del Patt Tiziano Uez , perché ha perso la scommessa: era certo che il sindaco Alessandro Andreatta si sarebbe alla fine candidato alle provinciali del 21 ottobre. Scommessa persa.
Qualcuno s'aspettava che il sindaco dicesse qualcosa sulla «nuova» giunta, in cui c'è da sostituire Andrea Robol , l'assessore che si è dimesso per candidarsi. Niente. Ancora massima riservatezza. Il sindaco deve ancora prendere una decisione. In solitudine, perché, pur sollecitato a farlo, fino ad ora nemmeno ha incontrato il suo gruppo, il Pd, primo partito a Palazzo Thun. A l'Adige , il 26 settembre, aveva dichiarato: «Nuova giunta pronta entro pochi giorni». «Mica possiamo aspettare l'esito delle elezioni provinciali» aveva aggiunto Andreatta. Dopo dieci giorni, nulla di fatto.
È noto, la via più semplice, per il sindaco, sarebbe la seguente: fuori Andrea Robol, dentro Corrado Bungaro , per affidargli la cultura, recuperando così la certezza di avere i voti dei quattro consiglieri di Insieme Trento per lanno e mezzo, poco più, di consigliatura che rimane. È una soluzione che scontenta tutti. Anche il suo partito. Paolo Serra , il capogruppo, è stato chiaro: «Gli abbiamo chiesto di avere coraggio, di rimescolare le carte».
Come farlo, però, è il nodo che il sindaco ancora non è riuscito a sciogliere. I quattro voti di Insieme Trento (guidati da Vanni Scalfi ), che forse diventerà Futura 2020, sono indispensabili per avere la soglia di garanzia di 23 voti in aula. Soprattutto se gli venissero a mancare i due voti del Gruppo Misto di Salvatore Panetta e Paolo Castelli . Due gli scenari considerati, con tanto di pro e contro, per garantire «pari dignità» in giunta. Oggi il Patt, con quattro consiglieri, conta su due assessori, «Insieme», con quattro, su neanche uno. Il primo scenario: allargare la giunta a otto assessori. È possibile farlo, previo passaggio in Consiglio comunale (con maggioranza qualificata a 27 al primo passaggio). Operazione rischiosa, però, che esporrebbe il sindaco al tiro incrociato delle minoranze. Secondo scenario, «ridurre» la giunta a cinque assessori: 2 al Pd, uno al Patt, uno al Cantiere-Upt, uno a Insieme Trento. Qui peserebbe il «sacrificio». Patt e Cantiere dovrebbero rinunciare ad un assessore. Ma potrebbe essere, soprattutto se in Giunta arrivassero nomi nuovi, la risposta alla richiesta di «osare» che gli fanno un po' tutti, chiedendogli di puntare su tre, quattro grossi temi da «portare» a casa, e di guardare al 2020, preparando una squadra competitiva per non consegnare il capoluogo al centrodestra. L'alternativa è non sostituire alcuno, se non Robol, e ridefinire le deleghe. Per il sindaco, in ogni caso, una decisione difficile.