Germania: i Verdi alla prova delle elezioni in Assia
Lanciati verso un nuovo trionfo, domenica prossima in Assia, i Verdi tedeschi sono il vero oggetto politico finito sotto la lente d’ingrandimento in questi giorni in Germania, dove si sta sollevando un nuovo quesito: Robert Habeck (nella foto), 49 anni, potrebbe diventare, in futuro, cancelliere?
Il leader federale degli ecologisti, venuto fuori dal profondo nord dello Schleswig-Holstein, ha carisma - un dottorato in filosofia, 4 figli, un curriculum da scrittore - e il suo partito sta approfittando dello psicodramma della Grosse Koalition, punita dai sondaggi del prossimo appuntamento elettorale, e pronta a un secondo terremoto, dopo quello subito due settimane fa in Baviera.
Se il potente Volker Bouffier, cristiano-democratico e fedelissimo di Angela Merkel, dovesse perdere la presidenza del Land, anche la cancelliera subirebbe un pericoloso (molti temono fatale) contraccolpo. E anche il crollo annunciato dei socialdemocratici ha risollevato le tentazioni di una fuga nell’opposizione nell’ala sinistra.
Le scosse delle urne di Francoforte saranno dunque misurabili a Berlino, come preannunciato in questi giorni dai segretari dei partiti, che hanno preso in considerazione la caduta della «Groko» (la Grose Koalition).
Teatro di sperimentazioni politiche e Land economicamente fortissimo, l’Assia, che chiama 4,4 milioni di persone al voto, risente della situazione della politica federale e della forte perdita di credibilità dei partiti di governo, dovuta alle molte liti scatenate nei mesi scorsi da Horst Seehofer (che fra l’altro non ha ancora pagato il conto, ed è ancora al suo posto come ministro e presidente della Csu).
Bouffier, alle prese con la partita avvelenata dall’alleato instabile della Merkel, è al contrario un conservatore sobrio, e non ha mai inseguito la retorica populista.
Anche la sua fedeltà alla cancelliera non è vista male dagli elettori. E tuttavia la Cdu - stando al Politbarometer della Zdf - è data al 28% (una perdita di 10 punti rispetto al 2013) inseguita da un testa a testa fra i Verdi di Tarek Al-Wazir e i socialdemocratici di Thorsten Schaefer-Gumbel, al 20%. Alla luce di questi dati, la coalizione nero-verde non avrebbe più la forza per continuare, e diverse sarebbero le combinazioni possibili. Ago della bilancia potrebbero essere i liberali, all’8%.
Su un possibile leader verde alla guida della Germania si è espresso anche Cohn-Bendit, che in un’intervista alla Sueddeutsche Zeitung ha affermato di vedere i colleghi tedeschi «maturi» per la cancelleria. Anche secondo il politico francese, l’astro nascente Habeck sarebbe papabile, «in futuro». Ma dalle pagine di die Zeit c’è chi non ha escluso che il suo «momento» possa arrivare anche più in fretta.