Italia a crescita zero, risale lo spread Nuova lettera dell'Ue al governo
Crescita zero, una nuova lettera di Bruxelles, spread in rialzo: di nuovo un giorno difficile per il governo che punta a presentare la manovra oggi in Parlamento.
La «vulnerabilità cruciale» per la commissione Europea resta il debito italiano, che rende le scelte espansive dell'esecutivo giallo-verde «incompatibili» con il rispetto delle regole Ue. Ma soprattutto ipotecano «spese più produttive a beneficio dei suoi cittadini». Oltre, ovviamente, a essere «fonte di preoccupazione» per la zona euro. Roma ha due settimane di tempo al massimo per rispondere e fornire spiegazioni sulle ragioni della propria strategia.
Il macigno del debito da una parte, la crescita dall'altra. Se a inizio settimana M5s e Lega, guardando i mercati, hanno tirato un mezzo sospiro di sollievo, gli ultimi dati Istat fotografano un Paese che dopo tre anni smette di crescere e rendono più difficile, secondo gli analisti, immaginare di centrare gli obiettivi di finanza pubblica che fissano il Pil nel 2018 all'1,2 e nel 2019 lo fanno salire all'1,5%. Ma non per il governo. Il premier Giuseppe Conte, ma anche i due vicepremier, derubricano la notizia sostenendo che fosse attesa: «Lo avevamo previsto - assicura il presidente del Consiglio dall'India - proprio per questo faremo una manovra espansiva». E scaricano la responsabilità sul passato e sugli avversari. Per Luigi Di Maio «il risultato del 2018 dipende dalla manovra approvata a dicembre 2017, che è targata Partito Democratico». Idem Matteo Salvini: il rallentamento è da imputare ai predecessori, troppo «ubbidienti» nei confronti di Bruxelles. Ragione in più, continua, «per tirare avanti diritti come un treno sulla manovra». Ragionamenti che per l'ex ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan sono da classificare come «risibili»: i dati sono «peggiori» delle aspettative, osserva, e questo senza dubbio lo si deve alla congiuntura internazionale ma anche al «governo gialloverde che si sta facendo male da solo». E critica si mostra anche Confindustria. «La crescita - afferma il presidente degli industriali, Vincenzo Boccia - è fondamentale per la sostenibilità di questa manovra».
Manovra che il governo sostiene sia chiusa e che appunto oggi è attesa per la presentazione alle Camere, anche se il testo - secondo quanto viene riferito - non sarebbe ancora giunto agli uffici del Quirinale.
«Non rivediamo alcunché, il 2,4% è quello - puntualizza il premier parlando del deficit - è una manovra che non abbiamo improvvisato, ma abbiamo detto che è un tetto massimo».
Stare sotto questa asticella non è però cosa facile ma certo diluire le misure principali, come la riforma della legge Fornero sulle pensioni e il reddito di cittadinanza potrebbe essere una delle vie d'uscita. Luigi Di Maio, alle prese con i malumori della propria base in questi giorni per la marcia indietro sulla Tap ma anche per le misure contenute nel decreto legge sicurezza, assicura però che il «cronoprogramma» è chiaro: le due misure bandiere del governo giallo-verde saranno «oggetto di decreto subito dopo la legge di bilancio o prima della fine dell'anno».