Fugatti stanzia i soldi per compensare il «buco» della manovra che lui ha approvato a Roma
Presentato ieri dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, un disegno di legge che prevede una variazione al bilancio di previsione della Provincia per gli esercizi finanziari 2019-2021. Il provvedimento mette in campo, da un lato, 143 milioni per fronteggiare i danni causati dal maltempo, dall’altro 70 milioni a copertura dell’impatto della manovra nazionale sulle finanze provinciali a partire da quest’anno e fino al 2021. Ulteriori 28 milioni sono previsti per la realizzazione dei primi progetti della nuova Giunta provinciale. Ma sono soldi che verranno sottratti da altri capitoli di spesa.
In sostanza, Fugatti interviene con soldi provinciali per compensare il mancato contributo del governo per i danni del maltempo; e dall’altra, per compensare il «buco di bilancio» dovuto alle minori entrate in conseguenza dell’approvazione della manovra finanziaria dello Stato, votata anche da Fugatti come parlamentare (visto che non si è ancora dimesso, al pari delle altre parlamentari elette a Roma e anche a Trento, dal suo posto a Palazzo Madama). Una situazione che fa gridare allo scandalo le opposizioni: come scrive Elisabetta Bozzarelli del PD «Quando un presidente di una provincia - Autonoma come la nostra - vota contro la propria gente, penalizzandola con 70 milioni di euro in meno a Roma e poi a Trento dichiara di fare gli interessi del Trentino o ha una doppia personalità o è in mala fede. Propendo per la seconda».
Come spiega infatti un comunicato della giunta provinciale, «Le risorse recuperate con questa variazione provengono da accantonamenti e sono attinte inoltre da minori finanziamenti di alcuni ambiti dell’amministrazione provinciale». «Si tratta però - rassicura Fugatti - di interventi temporanei, perchè già nel corso della primavera di quest’anno la Giunta adotterà nuove misure attraverso l’assestamento di bilancio». Il disegno di legge offre anche l’occasione per aggiornare alcune normative provinciali riguardanti in particolare i servizi antincendio, la sanità (per reperire medici per ripristinare il servizio di Guardia medica in alcune zone) e i Comuni (rimozione dell’obbligo delle gestioni associate). Resta il mistero: come mai Maurizio Fugatti parlamentare ha votato la manovra del governo che non comprendeva la «clausola di garanzia» che avrebbe dovuto garantire il gettitoi finanziario al Trentino? Il fatto che fosse un voto di fiducia (a scatola chiusa) può essere una spiegazione: da parlamentare leghista non avrebbe potuto votare contro la fiducia del suo governo. Ma nello stesso tempo è presidente della provincia, e così facendo ha provocato un ammanco di 70 milioni di euro alle casse di piazza Dante.
Durissimo il commento di Giorgio Tonini, capogruppo del Pd in Provincia: «La tanto annunciata flat tax, seppur abbozzata in versione minimale, si è immediatamente tradotta nella previsione di minori entrate per le nostre casse. Un ammanco - che l’esecutivo provinciale stima in circa 70 milioni di euro - che non solo cancella in un lampo mesi di spavalda retorica nei quali la flat tax veniva descritta come "una misura che si paga da sola", ma che apre anche seri interrogativi sull’effettivo potere di persuasione che l’attuale maggioranza provinciale può vantare nei confronti del governo nazionale ‘amicò, nonchè sull’effettiva vicinanza di quest’ultimo alle ragioni dell’autonomia». dice il capogruppo consiliare del Partito democratico del Trentino, Giorgio Tonini.
«Se da un lato appare senz’altro grave l’opaca gestione dell’iter di approvazione della manovra decisa a livello nazionale, senza nemmeno la consueta preliminare discussione del testo nella commissione competente, quantomeno improvvisata - oltre che evidentemente inefficace - s’è rivelata la trattativa attivata dalla giunta provinciale», sottolinea Tonini. «Una trattativa descritta ripetutamente dal presidente Fugatti come “sotto traccia”, ma dei risultati della quale non c’è stata proprio, ahinoi, alcuna traccia. Un esito infausto, che ci rafforza nella convinzione, più volte espressa, della necessità di attivare le necessarie trattative con il governo nazionale affinchè la competenza sul fisco possa essere gestita direttamente dalla nostra Provincia».
Ancora più preoccupato Piergiorgio Cattani, presidente di Futura 2018: «L’autonomia trentina è davvero a rischio. Non si può considerare un incidente di percorso il fatto che la manovra finanziaria approvata dal governo nazionale tolga 70 milioni di gettito fiscale al Trentino. 70 milioni, quasi la metà di quelli stanziati dalla Giunta per fronteggiare i danni del maltempo (143 milioni). Ecco il regalo ai trentini del governo Conte-Di Maio-Salvini. E non può passare sotto silenzio il fatto che, distrattamente o convintamente, il presidente Fugatti – ancora parlamentare – abbia votato la fiducia alla legge di bilancio».
Per Cattani «È evidente ormai come il Trentino sia considerato dal governo a trazione leghista una periferia della periferia, destinata a diventare l’ottava provincia del Veneto. Un Trentino senza anima che comincia a perdere importanti risorse economiche. Si toglie ai poveri e agli stranieri denari per loro fondamentali, ma non certo sostanziosi per le casse pubbliche, almeno in confronto al taglio impostoci da Roma. Ma non è finita. Dalla Valdastico all’integralismo identitario che vuole imporre i propri valori reazionari, il Trentino perde la sua vera identità di terra accogliente, aperta, con eccellenze in vari campi. La Giunta Fugatti ci sta trasformando in una succursale del Veneto. In questo quadro la nostra autonomia è davvero a rischio. Sta diventando inutile, superflua».
LA REPLICA DI FUGATTI - Oggi la replica del presidente Fugatti: «Se i cittadini e le imprese trentine pagano meno tasse credo che si debba per prima cosa essere contenti». È la posizione del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, rispetto a critiche e perplessità nate a seguito dell’approvazione della manovra finanziaria nazionale che porterebbe alla riduzione di tasse con conseguente calo di entrate nelle casse provinciali.
A questo proposito Fugatti fa presente che la stessa stima di minori entrate - si parla di una settantina di milioni - va presa con cautela. «Minori tasse - sottolinea - significa anche maggiore capacità di spesa per i cittadini e stimolo per le aziende che vogliono investire. Quindi il meccanismo alla fine porta con sè spinte positive in termini di investimenti, consumi e conseguenti tasse pagate, e non solo negative come alcune letture vogliono far apparire».
«Non rinunceremo comunque - conclude il presidente della Provincia - a trattare con il Governo per far riconoscere quella clausola di garanzia finanziaria su cui abbiamo fin da subito lavorato al fine di far riconoscere gli importanti sforzi profusi da Trentino e Alto Adige per il risanamento dei conti dello Stato. Ma, al netto di questo, crediamo che una proposta che fa pagare meno tasse anche ai nostri cittadini sia anzitutto una buona notizia. Quindi chi si straccia le vesti in queste ore vuol dire che preferisce che i trentini continuino a pagare più tasse invece di pagarne meno. Noi non apparteniamo a questa categoria».
Il presidente aggiunge inoltre che dei 155,2 milioni di euro di riduzioni di stanziamenti di parte capitale sul triennio 2019-2021 evidenziati dalla stampa, circa 107 milioni non si tradurranno in minori investimenti.
Questo perchè si tratta:
- per 32,1 milioni di riprogrammazioni di spesa sugli esercizi successivi in relazione alla tempistica di realizzazione degli interventi (27,6 milioni per il Not e 4,5 milioni per il trasporto pubblico, per un totale di 32,1 milioni);
- per 60 milioni della revisione delle modalità di finanziamento di alcune opere, ora in parte previste con il ricorso al debito (Ospedale di Cavalese e Istituti scolastici, anche nell’ambito del Progetto Meccatronica), in sostituzione dei quali è stato autorizzato un contributo in annualità a copertura del debito;
- per 14,8 milioni da tagli di risorse che risultavano autorizzate in eccesso, dei quali 11,5 attengono al minore contributo a titolo di prezzo previsto dal bando del Not - che da 160 milioni è stato ridotto a 148,5 milioni in adeguamento alle regole Eurostat.
«Per quanto riguarda le altre riduzioni - spiega Fugatti - si ricorda che la variazione di bilancio è stata attuata in via di urgenza, ma assume carattere di temporaneità in quanto sarà con l’assestamento di bilancio, che verrà approvato dopo la chiusura del rendiconto 2018, che sarà definita compiutamente la manovra 2019-2021 da parte del nuovo Governo provinciale, sulla base delle priorità dallo stesso definite nei diversi ambiti di intervento.
Inoltre si rileva come il Governo nazionale ad oggi ha assegnato alla Provincia di Trento, per i primi interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza, 2,5 milioni di euro. Nel contempo, sulla base dell’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 558 del 15 novembre 2018, ha già attivato una ricognizione per la stima dei danni di cui alle lettere a) e b), nonché degli interventi più urgenti di cui alle lettere c) e d) dell’art. 25, comma 2 del d.lgs. n. 1 del 2018 per definire le ulteriori risorse finanziarie necessarie sempre nella prima fase della calamità. Al riguardo si rileva come con il decreto legge in materia fiscale, convertito con la legge n. 136 del 17 dicembre 2018, sono stati previsti specifici finanziamenti per far fronte alle esigenze derivanti dagli eventi calamitosi di fine ottobre per 474,6 milioni nel 2019 e per 50 milioni nel 2020, mentre con la legge di bilancio dello Stato per il 2019 sono stati autorizzati 800 milioni nel 2019 e 900 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021 per interventi di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico e per interventi sulle strutture e infrastrutture.
Circa i 70 milioni di euro di minori entrate conseguenti alla manovra dello Stato, si ribadisce che sussiste l‘Accordo con il Governo per integrare l’ordinamento finanziario statutario al fine di prevedere una clausola che consenta di neutralizzare per la finanza provinciale gli impatti di modifiche apportate dallo Stato alla disciplina dei tributi erariali devoluti e ai tributi propri derivati. In sede di manovra di bilancio statale per il 2019 non ci sono stati i tempi tecnici sufficienti per rinvenire la necessaria copertura finanziaria. Conseguentemente la norma sarà inserita in un prossimo provvedimento nazionale».
CONSIGLIERI 5 STELLE SODDISFATTI - Sul tema intervengono - in perfetta sintonia con Fugatti - anche i 5 Stelle del Trentino: «A leggere i commenti dedicati alla manovra di bilancio, sembra che in Trentino si scopra oggi che la riduzione delle imposte si ottiene facendone pagare meno ai cittadini e alle imprese. Ai macroeconomisti in erba qualcuno dovrebbe spiegare che i 70 milioni che mancheranno al bilancio della Provincia sono 70 milioni che rimangono invece nelle tasche delle famiglie e sui conti delle imprese trentine. Saranno loro, anzichè i politici, a decidere come investirli» scrivono in una nota i consiglieri provinciali M5s Filippo Degasperi e Alex Marini.
«Si poteva intervenire sul sistema fiscale in altro modo? Può darsi. Di certo i cultori della beltà delle tasse ne erano talmente ammaliati da inventarne di nuove ad ogni Finanziaria e da obbligare i trentini a pagarne sempre di più. Le loro lagne attestano che finalmente la direzione è giusta e che le loro promesse elettorali sul fisco erano solo una presa in giro», aggiungono i consiglieri M5s.
L'EX PRESIDENTE UGO ROSSI oggi commenta con un semplice schemetto delle «minori risorse» che sono state tagliate
TRENTO - «Come volevasi dimostrare: lo diciamo da tempo ed ora si vedono gli effetti. Ecco la “manovrina” del governo trentino del “cambiamento”: 150 milioni di tagli agli investimenti per coprire danni da maltempo e minori entrate (70 milioni) “regalo” del governo nazionale del “cambiamento”». Così il consigliere provinciale del Patt Ugo Rossi. «Come più volte proposto dal Patt è necessario invece agire con urgenza, coraggio e responsabilità recuperando risorse vere e fresche sul mercato del credito per non intaccare gli investimenti programmati», aggiunge Rossi. (ANSA)
IL COMUNICATO UFFICIALE DELLA GIUNTA - Alcuni lettori, soprattutto su Facebook, ci chiedono di avere il parere della giunta, oltre a quello delle minoranze. Ecco il testo integrale del lancio di agenzia di ieri con le parole di Fugatti:
TRENTINO: 143 MLN PER DANNI MALTEMPO E 70 MLN PER FLAT TAX - PRESENTATA VARIAZIONE AL BILANCIO DI PREVISIONE DELLA PROVINCIA
(ANSA) - TRENTO, 3 GEN - Presentato dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, un disegno di legge che prevede una variazione al bilancio di previsione della Provincia per gli esercizi finanziari 2019-2021.
Il provvedimento mette in campo, da un lato, 143 milioni per fronteggiare i danni causati dal maltempo, dall’altro 70 milioni a copertura dell’impatto della manovra nazionale sulle finanze provinciali a partire da quest’anno e fino al 2021. Ulteriori 28 milioni sono previsti per la realizzazione dei primi progetti della nuova Giunta provinciale.
Il disegno di legge offre anche l’occasione per aggiornare alcune normative provinciali riguardanti in particolare i servizi antincendio, la sanità (per reperire medici per ripristinare il servizio di Guardia medica in alcune zone) e i Comuni (rimozione dell’obbligo delle gestioni associate). Le risorse recuperate con questa variazione provengono da accantonamenti e sono attinte inoltre da minori finanziamenti di alcuni ambiti dell’amministrazione provinciale. “Si tratta però - rassicura Fugatti - di interventi temporanei, perchè già nel corso della primavera di quest’anno la Giunta adotterà nuove misure attraverso l’assestamento di bilancio”. (ANSA).
QUI IL LANCIO DI AGENZIA dei commenti:
(ANSA) - TRENTO, 3 GEN - «La tanto annunciata flat tax, seppur abbozzata in versione minimale, si è immediatamente tradotta nella previsione di minori entrate per le nostre casse.
Un ammanco - che l’esecutivo provinciale stima in circa 70 milioni di euro - che non solo cancella in un lampo mesi di spavalda retorica nei quali la flat tax veniva descritta come ‘una misura che si paga da solà, ma che apre anche seri interrogativi sull’effettivo potere di persuasione che l’attuale maggioranza provinciale può vantare nei confronti del governo nazionale ‘amicò, nonchè sull’effettiva vicinanza di quest’ultimo alle ragioni dell’autonomia». Così il capogruppo consiliare del Partito democratico del Trentino, Giorgio Tonini.
«Se da un lato appare senz’altro grave l’opaca gestione dell’iter di approvazione della manovra decisa a livello nazionale, senza nemmeno la consueta preliminare discussione del testo nella commissione competente, quantomeno improvvisata - oltre che evidentemente inefficace - s’è rivelata la trattativa attivata dalla giunta provinciale», sottolinea Tonini. «Una trattativa descritta ripetutamente dal presidente Fugatti come ‘sotto traccià, ma dei risultati della quale non c’è stata proprio, ahinoi, alcuna traccia. Un esito infausto, che ci rafforza nella convinzione, più volte espressa, della necessità di attivare le necessarie trattative con il governo nazionale affinchè la competenza sul fisco possa essere gestita direttamente dalla nostra Provincia». (ANSA).
(ANSA) - TRENTO, 3 GEN - «Non si può considerare un incidente di percorso il fatto che la manovra finanziaria approvata dal governo nazionale tolga 70 milioni di gettito fiscale al Trentino. 70 milioni, quasi la metà di quelli stanziati dalla Giunta per fronteggiare i danni del maltempo (143 milioni). Ecco il regalo ai trentini del governo Conte-Di Maio-Salvini». Lo scrive in una nota Futura 2018.
«E non può passare sotto silenzio il fatto che, distrattamente o convintamente, il presidente Fugatti - ancora parlamentare - abbia votato la fiducia alla legge di bilancio.
È evidente ormai - prosegue la nota - come il Trentino sia considerato dal governo a trazione leghista una periferia della periferia, destinata a diventare l’ottava provincia del Veneto.
Non è un caso che nel simbolo della Lega in Trentino c’è il nome di Salvini e non di Fugatti (mentre in Veneto porta il nome del governatore Zaia). Un Trentino senza anima che comincia a perdere importanti risorse economiche. Si toglie ai poveri e agli stranieri denari per loro fondamentali, ma non certo sostanziosi per le casse pubbliche, almeno in confronto al taglio impostoci da Roma». (ANSA).