Muro col Messico, è ancora scontro
Il primo duello tra Donald Trump e Nancy Pelosi si consuma sul muro col Messico. Un muro che Trump vuole a tutti i costi e per il quale è pronto a misure estreme: dal prolungare lo shutdown del governo federale per «mesi se non anni», alla dichiarazione, in caso di mancato accordo con i democratici, dello stato di emergenza per ottenere i fondi necessari alla sua realizzazione.
Il muro serve e va fatto, è il messaggio di Trump dopo il nuovo faccia a faccia senza risultati con i leader democratici per cercare di risolvere l'impasse e riaprire il governo, chiuso ormai da 14 giorni costringendo circa 800 mila dipendenti governativi a stare a casa senza essere pagati.
Intanto il tycoon potrebbe ancora sparigliare le carte scegliendo un democratico per il Pentagono: Jim Webb, ex senatore ed ex candidato presidenziale nel 2016, ma soprattutto fiero oppositore della guerra in Iraq. Per questo - scrive il New York Times - ritenuto da Trump persona adatta per gestire il ritiro delle truppe da Siria e Afghanistan. Con buona pace dei molti ?falchi' repubblicani che aspirano a prendere il posto di James Mattis. Webb è anche un sostenitore della linea dura contro la Cina e criticò gli sforzi di Barack Obama che portarono all'accordo sul programma nucleare dell'Iran.
Ma è ancora lo stallo dello shutdown a tenere banco nella capitale Usa. L'incontro fra il presidente e la speaker della Camera, di fatto i due politici più potenti di Washington, si risolve in un nuovo nulla di fatto. Alla Pelosi che parla di un incontro teso, risponde Trump descrivendo invece un faccia a faccia produttivo. Sta di fatto che le distanze restano, l'impasse non è sbloccata e il governo resta chiuso.
Il muro che sia di cemento o di acciaio va fatto, tuona Trump. «Prima va riaperto il governo poi si tratta» replica Pelosi. Le trattative andranno avanti nel fine settimana e un nuovo appuntamento è in calendario a breve. Trump non cede e insiste nel chiedere miliardi di dollari per realizzare la barriera al confine sud degli Stati Uniti in nome della sicurezza nazionale, mentre Pelosi ritiene la realizzazione del muro «immorale».