Gli italiani pro-migranti sono il 30 per cento della popolazione
Solo il 30% degli italiani pensano che gli immigrati siano «per lo più» positivi per il proprio Paese, contro il 56% medio del resto del mondo, il 63% negli Usa, il 48% in Germania. Lo ha verificato il World economic Forum, che alla vigilia del meeting di Davos ha realizzato un sondaggio su un campione di 10mila persone di tutto il mondo per capire l’atteggiamento nei confronti delle pulsioni populiste.
In generale, lo studio ha individuato un «rifiuto del populismo: l’opinione pubblica globale - si legge nelle conclusioni - emerge come fortemente in favore dell’apertura e della collaborazione», con diversi gradi di «convinzione». Alla domanda su quanto sia importante che i Paesi lavorino insieme verso un obiettivo comune, il 76% del totale lo ritiene «estremamente o molto»: si va però dall’88% di Asia meridionale e Africa sub-sahariana al 61% dell’Europa occidentale e al 70% del Nord America. Un andamento analogo si riscontra al quesito se il proprio Paese abbia una responsabilità nell’aiutare gli altri (72% totale, 94% Asia, 63% Europa occidentale).
Anche quando si parla di immigrazione le percentuali divergono sensibilmente tra i vari Paesi. Se il totale di coloro che considerano i nuovi immigrati «per lo più buoni» per il proprio Paese tocca il 56%, la quota scende al 40% nei Paesi dell’Europa dell’est e risale lievemente al 46% per quelli dell’Europa occidentale. Particolarmente basso è il dato italiano, che è pari appena al 30%, mentre nel Nord America il dato è pari al 66% e «forse - dice il rapporto - non sorprende vista la loro storia».
Lo studio si sofferma anche sul tema della sostenibilità e riferisce che il 54% degli intervistati affermano di avere molta fiducia in ciò che dicono gli scienziati del clima. La regione del mondo nel quale questa fiducia è praticamente al lumicino è il Nord America, con appena il 17% delle persone che rispondono positivamente.