Luxuria in tv spiega i trans ai bimbi: scoppia la polemica
L’affondo arriva da Il Giornale che in prima pagina attacca la Rai: «Luxuria spiega ai bimbi come si diventa transessuali» titola il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. Tempo qualche ora e la polemica divampa con il leghista Simone Pillon, vicepresidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza che parla di «inaccettabili lezioni di gender ad una classe di bambini» e annuncia una interrogazione in Vigilanza Rai.
Mentre dall’altra metà del governo arriva la difesa del sottosegretario con delega alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora, che benedice la scelta dell’azienda pubblica e sottolinea la necessità di lezioni di questo tipo per i ragazzini italiani.
Non serve lo spostamento tattico dalla prima alla seconda serata, per giunta del sabato sera a proteggere dalla bufera mediatica l’ultima puntata di Alla Lavagna! il programma di Rai Tre diretto da Alberto Di Pasquale che dallo scorso novembre porta politici, giornalisti, attori a raccontarsi in una classe di ragazzini delle elementari e che questa volta, dopo Matteo Salvini, Milena Gabanelli, Rita Dalla Chiesa, Claudia Gerini, Beppe Severgnini - solo per citarne alcuni- aveva come protagonista l’ex parlamentare di Leu Vladimir Luxuria, al secolo Vladimiro Guadagno.
Contro la trasmissione, registrata da tempo, e contro la lezione dell’ex parlamentare transgender fioccano le critiche, oltre che della Lega, anche di Fratelli d’Italia, dell’Aiart, l’associazione dei genitori cattolici,gli esponenti del Family Day, le associazioni dei consumatori.
Viale Mazzini non commenta. In difesa della scelta del servizio pubblico interviene Spadafora, che parla di «surreali polemiche omofobe, che non tengono conto della realtà e dei diritti di tutti». E in serata arriva l’appoggio delle senatrici M5s, componenti della commissione diritti umani di Palazzo Madama, che sottolineano: «La vera regressione è non parlare della accettazione di se stessi e continuare a nascondere la realtà».
Tant’è, Luxuria, che sabato sulla sua pagina Facebook aveva annunciato la messa in onda della puntata e lanciato una sorta di referendum chiedendo ai suoi follower di lasciare un’opinione e dire se ritenevano che la trasmissione poteva essere trasmessa in fascia protetta, replica postando il titolo del quotidiano milanese: «Non hanno visto la trasmissione o sono in malafede menzognera: ho detto che si nasce non si diventa e ho parlato di bullismo e di discriminazione. Il pregiudizio è solo di certi adulti ed è quello che non deve essere insegnato ai piccoli». E al leghista Pillon risponde citando il caso recente del vicepremier e ministro degli Interni, anche lui protagonista, qualche tempo fa, di una puntata di Alla Lavagna!: «Salvini in una puntata precedente ha parlato di sovranismo, chiedo a Pillon: voleva anche lui indottrinare i bambini o semplicemente ha espresso la sua opinione come ho fatto io con il bullismo?».
Intanto anche Monica Cirinnà del Pd annuncia una interrogazione parlamentare, in questo caso però per chiedere le ragioni dello spostamento in seconda serata della trasmissione di Rai Tre: «A chi continua a dire che di certe cose ai bambini non si dovrebbe parlare, Vladi ha dato la migliore risposta possibile, raccontando la propria storia. È triste che - per una (incomprensibile?) decisione della Rai - la puntata, originariamente programmata in prima serata, sia stata spostata in seconda, e per di più di sabato sera. Il tema del bullismo omotransfobico è troppo importante ed attuale per essere segregato in questo modo dal servizio pubblico».