Cultura, il Pd attacca la giunta: decidono Sgarbi e amici di Salvini
Le linee guida della politica culturale della Provincia saranno decise da cinque professori esterni, «tutti amici di Salvini, nessuno dei quali trentino, e - apprendiamo - suggeriti alla Giunta proprio dall’onorevole Sgarbi. Mentre il mondo culturale trentino è stato serenamente ignorato come se questa terra non fosse ricca di risorse».
Lo scrive in una nota il consigliere provinciale del Pd, Alessio Manica, che interviene per descrivere quello che definisce come «l’ormai imbarazzante commissariamento de facto operato da Sgarbi nei confronti dell’assessore alla cultura della Provincia. Non ce ne voglia Bisesti, ma è lui quello che i trentini pagano per fare l’assessore, non Sgarbi. Eppure negli ultimi mesi questo ruolo, almeno nelle dichiarazioni pubbliche, è stato svolto proprio dall’onorevole».
Secondo Manica - prosegue la nota - «un tempo era la politica a farsi carico di stabilire le linee guida, ora invece si limita ad ascoltare quanto deciso da soggetti esterni imposti da Roma.
Come se non bastasse Sgarbi interviene - tra le altre cose - anche sulla governance del Festival dell’economia, che di certo non rientra tra le competenze del Presidente del Mart, e parla della necessità di cambiare la politica culturale trentina. E questo dimostra come ormai le funzioni di Sgarbi non si limitino a quelle del ruolo assegnatogli, ma abbia appunto di fatto commissariato l’assessore alla cultura della Provincia», conclude la nota.
Critiche anche dai consiglieri di Futura 2018 Paolo Ghezzi e Lucia Coppola, che in un'interrogazione sul previsto Forum per la cultura, denunciano l'esclusione di rappresentanti del mondo culturale e artistico trentino, «che di certo non mancano e ai quali forse ci si poteva rivolgere prima di esternalizzare l’iniziativa: molti di essi avrebbero potuto mettere a disposizione le proprie competenze senza ulteriori esborsi, in quanto già interni alle istituzioni culturali trentine; ospiti del Forum saranno infatti la direttrice del teatro Coccia di Novara Corinne Baroni, il docente di filosofia presso l’Università San Raffaele Edoardo Dallari, la responsabile del corso di laurea in economia e gestione dei beni culturali e dello spettacolo alla Cattolica Paola Fandella, il teologo ed esperto di arte sacra antica e medievale monsignor Pasquale Iacobone, l’avvocato esperto di beni culturali Stefano Lombardi, il poeta e scrittore Davide Rondoni e il giornalista Pietrangelo Buttafuoco», spiegano i due consiglieri di opposizione. E aggiungono «Buttafuoco è amico del presidente del Mart Vittorio Sgarbi, colui che ha definito “parlamentino” il Consiglio provinciale, mentre si è definito “deputato di un parlamentone” in un articolo pubblicato in data odierna dal Corriere del Trentino a firma di Donatello Baldo. Se aprire a nuove competenze si ritiene condivisibile in linea di principio, perché aiuta ad allargare le conoscenze e ad attivare nuovi stimoli, dall’altro lato ci si chiede se sia stata fatta anche una valutazione di competenze interne alla nostra Provincia e se in tal caso siano state ritenute non all’altezza del compito».
Da qui la interrogazione al presidente Maurizio Fugatti sui seguenti punti: «Il procedimento di valutazione e scelta dei relatori al Forum per la cultura; la loro retribuzione per la partecipazione al citato Forum; come le amministrazioni precedenti abbiano proceduto alla stesura delle linee guida in tema di gestione dei beni e dei servizi culturali; se corrisponde al vero quanto dichiarato dal presidente del Mart Vittorio Sgarbi che tali persone si occuperanno solamente di principi generali; se corrisponda al vero la dichiarazione del presidente Vittorio Sgarbi che ha affermato che durante il Forum si parlerà di come cambiare la “gestione monocratica del Festival dell’Economia”; che cosa pensa delle dichiarazioni del presidente del Mart Vittorio Sgarbi che ha definito il Consiglio provinciale di Trento con il termine “parlamentino”; se ritiene che tale giudizio sia compatibile con il rispetto dell’autonomia provinciale che dovrebbe contraddistinguere chi viene chiamato a compiti così importanti da questa stessa autonomia».
Infine ecco la replica dell'assessore alla cultura della Provincia autonoma di Trento e segretario della Lega Trentino, Mirko Bisesti.
«La cultura del pensiero unico ha perso davanti alla storia anche in Trentino. La costruttiva pluralità di idee e di contenuti invece per me è un fatto concreto», scrive in una nota.
Secondo Bisesti da consiglieri «che cercano poco elegantemente di sminuire o deridere un’iniziativa che deve ancora iniziare o il sottoscritto ritengo la loro opposizione quanto mai banale. Lo stile nemmeno lo commento. Ci tengo però a voler contribuire a un periodo di importante cambiamento anche dal punto di vista culturale, affermando finalmente che esiste molto altro oltre a ciò che ha sempre voluto e promosso il centro-sinistra».
Bisesti, prosegue la nota ritiene che il «fatto che abbia coinvolto persone dello spessore di Vittorio Sgarbi o Pietrangelo Buttafuoco, esponenti importanti del panorama culturale italiano, non è compreso da alcuni consiglieri che probabilmente hanno sempre vissuto con una visione estremamente chiusa e autoreferenziale e che vivono tutt’oggi in un’epoca che si è chiusa», conclude la nota.