La pazza idea di Trump: vuole comprare la Groenlandia (che è della Danimarca)
Donald Trump vuole apporre il suo marchio di fabbrica sulla Groenlandia, come fosse una delle tante Trump Tower sparse per il mondo. L’idea lo ossessionerebbe così tanto da aver ordinato ai collaboratori della Casa Bianca di sondare la possibilità di acquistarla dal Regno della Danimarca. Potrebbe sembrare una bufala, invece è l’autorevole Wall Street Journal a riportare la notizia, spiegando come il tycoon sogni di lasciare in eredità agli americani la più grande isola al mondo, ancora terreno vergine per lo sfruttamento delle risorse e avamposto estremo, tra il Nord dell’Atlantico e l’Oceano Artico, di enorme rilevanza per la sicurezza nazionale degli Usa.
Trump ha in mente un precedente: l’acquisto dell’Alaska nel 1867, comprata dai russi per 7,2 milioni di dollari di allora.
Perchè, si chiede il presidente americano, non ripetere l’operazione con la Terra Verde, che i 56 mila abitanti del luogo chiamano Terra degli Uomini. Tanto più, avrebbe più volte sostenuto il tycoon, che il governo danese ha più volte mostrato una certa difficoltà nel continuare a mantenere l’enorme territorio che gode di uno statuto autonomo ma che geograficamente fa parte del continente nordamericano ed è ricoperto quasi interamente di ghiacci.
E poi - è la tesi che il presidente andrebbe ripetendo spinto dal suo fiuto per gli affari - proprio lo scioglimento dei ghiacci aprirebbe la strada a nuove opportunità per lo sfruttamento delle miniere e dei giacimenti di idrocarburi finora inviolati e in aree incontaminate. Non è un caso, pensa Trump, che i primi ad interessarsi alla Groenlandia sarebbero proprio i cinesi, e il tycoon non sopporterebbe mai di essere scavalcato da Pechino su questo terreno. Dopo che già nel 2018 il Pentagono riuscì a bloccare la Cina dal finanziare tre aeroporti sull’isola.
Del resto la presenza Usa in Groenlandia è stata costante nel passato, con l’istallazione di stazioni meteo e di postazioni militari risalenti alla seconda guerra mondiale. Attualmente c’è una grande base militare, la Thule Air Base, che rappresenta l’installazione militare americana più a nord, non lontano dal Circolo Polare Artico, con tanto di postazione radar parte del sistema antimissili Usa.
A Copenaghen prendono la notizia tra il serio e il faceto. Il ministero degli affari esteri chiarisce che «la Groenlandia non è in vendita», ma apre alla possibilità di accordi nel campo del business, probabilmente pensando soprattutto allo sviluppo del turismo. Trump sarà comunque in visita ufficiale in Danimarca ai primi di settembre, e chissà se in agenda, magari nei colloqui informali, ci sarà il «dossier Greenland». Con il segretario di stato Mike Pompeo che sarà a Nuuk, capitale dell’isola, a maggio.
Trump non è il primo presidente che guarda con interesse alla Groenlandia: già nel 1946 Harry Truman propose alla Danimarca di comprare l’isola per 100 milioni di dollari, ma la sua offerta venne rifiutata.