Nuove adesioni al polo di centro
Paola Demagri si schiera con Ugo Rossi. La consigliera provinciale del Patt esce allo scoperto per sponsorizzare la creazione di un centro forte. Aperta a Italia Viva, il nuovo partito di Matteo Renzi, e a tutte quelle forze che vogliono ridimensionare i sovranisti. Progetto trentino, invece, prima di capire con chi allearsi alle prossime amministrative prende tempo.
«Dobbiamo essere noi, come ha detto anche il nostro segretario Simone Marchiori - spiega Paola Demagri - i promotori della nascita di un’area capace di mettere insieme i moderati e gli autonomisti. Se ne sente l’esigenza».
E aggiunge: «Non credo che ci siano molti margini di manovra con chi non crede nell’Europa e si comporta in un certo modo nelle politiche dell’accoglienza oppure degli aiuti internazionali». Se non è una bocciatura nei confronti della Lega poco ci manca. Come Ugo Rossi, Paola Demagri guarda con interesse ai renziani: «C’è parecchia curiosità nei loro confronti, non c’è dubbio. Li incontreremo, su alcune cose ci sono delle medesime visioni. Il Patt, state tranquilli, non si spaccherà».
Marino Simoni, ex consigliere provinciale e dirigente di spicco di Progetto trentino, si è ritrovato con il vertice del suo partito ieri sera: «A livello locale ribadiamo la nostra appartenenza allo schieramento che appoggia la giunta Fugatti. Per quanto riguarda le comunali non chiudiamo le porte a nessuno. Chi vuole correre con noi però deve sapere che noi abbiamo la nostra identità e il diritto di incidere nella scelta dei candidati e nella stesura dei programmi».
Il messaggio, tra le righe, è chiaro: la Lega non può pretendere di avere l’ultima parola su tutto. Se continuasse ad essere così, Progetto Trentino valuterebbe altre soluzioni. «Rivendichiamo - rimarca Simoni - la nostra autonomia. Italia Viva? Non ci sono problemi a parlare con i suoi referenti. Intanto a breve lanceremo una scuola di formazione politica. Vogliamo preparare gli amministratori del futuro».
Chi sta lavorando a spron battuto per la nascita del terzo polo, è l’Upt. Secondo il coordinatore Alessio Rauzi una grande parte dell’elettorato trentino non si ritrova ormai più nella proposta né del centrodestra né del centrosinistra: «C’è bisogno di altro. Il fatto che lo abbiano compreso anche partiti storici come il Patt è un ottimo segnale. Adesso si tratta solo di stringere i tempi, perché le amministrative non sono lontane». Pure l’ex vicesindaco di Trento Paolo Biasioli promuove il tentativo degli autonomisti e del suo stesso partito, #inMovimento, di mettere un freno al centrodestra leghista e ad uno schieramento alternativo dove il Pd si è, a suo giudizio, indebolito. «Al centro c’è spazio - afferma Biasioli - per diverse realtà. Dal Patt ai civici, da Italia Viva al M5s. I pentastellati, a livello comunale, si sono dimostrati diversi rispetto a quelli nazionali».
E continua: «Con Andrea Robol e gli altri componenti di #inMovimento da tempo ci stiamo impegnando per proporre agli elettori trentini una coalizione innovativa. Siamo stati i primi, nella scorsa primavera, a lanciare l’appello di riportare il baricentro della politica nel mezzo e di arrestare l’avanzata, forte pure in Trentino, dei sovranisti. Ora si tratta di trovare un momento di sintesi tra chi crede in questo progetto e di stilare un percorso unico». Chi invece proprio non ne vuole sapere di centro è Antonio Coradello, consigliere comunale a Trento di Civica Trentina: «Noi con i renziani non potremo mai stare. Ci riconosciamo di più nel centrodestra. È ancora tutto aperto, ma considero difficile un nostro spostamento in quella direzione».
Da lui arriva la conferma che una parte del suo gruppo ha chiesto al consigliere provinciale Filippo Degasperi di lasciare il M5s e di passare con il partito fondato da Rodolfo Borga: «Sì, ci sono dei contatti in corso. Vedremo a cosa porteranno. Borga, è vero, lo stimava. Come ci comporteremo se Degasperi avesse delle pregiudiziali sulla Lega? Su questo prima di dare una risposta preferisco vedermi ancora con gli altri componenti di Civica Trentina». Nelle sue parole c’è imbarazzo.
Il pentastellato, Coradello lo sa, non accetterà mai di far parte di una forza che entri a far parte di una coalizione dove c’è il Carroccio.