Arrestata per stalking dell'ex diplomatico collaboratore di Di Maio
I messaggi minatori ed ossessivi che inviava, anche di notte, al suo ex fidanzato potrebbero costare un processo a Valentina Pizzale, arrestata nei giorni scorsi dalla Procura di Roma con l’accusa di stalking. Un comportamento vessatorio messo in atto nei confronti dell’ambasciatore Ettore Francesco Sequi, fresco di nomina come capo di gabinetto di Luigi Di Maio della Farnesina e rientrato a Roma ad inizio settembre dopo avere svolto un incarico in Cina.
La Procura di Roma ha, infatti, chiesto il rinvio a giudizio per la 40enne che in passato ha svolto alcuni lavori per la Rai.
L’azienda precisa, infatti, che la donna «non è titolare di un rapporto di lavoro stabile con l’azienda». In passato ha avuto collaborazioni saltuarie e limitate al ruolo di claquer e non di sceneggiatrice e dal gennaio 2019 non ha più alcun tipo di collaborazione con Rai.
L’udienza davanti al gup è fissata al prossimo 16 ottobre. La donna, con molte probabilità, arriverà a quella data da arrestata. I pm di piazzale Clodio, che da tempo l’avevano indagata a piede libero, dopo una nuova denuncia da parte di Sequi hanno chiesto ed ottenuto per lei la misura degli arresti domiciliari.
Ascoltata dagli inquirenti Pizzale ha respinto le accuse.
«Non ho perseguitato e vessato nessuno - si è sostanzialmente difeso la donna-. La nostra è stata una lunga storia, andata avanti per tanto tempo e non volevo finisse». Una ricostruzione diametralmente opposta a quanto denunciato da Sequi che secondo cui l’ex partner lo prendeva di mira da mesi con messaggi dal tono anche minaccioso. «Ti rovino, metto in piazza la nostra storia», era il tono dei continui messaggini che la donna inviava al diplomatico. Pur sapendo di essere finita nel registro degli indagati, Pizzale ha continuato, in modo sempre più ‘pressantè, ad inviare parole minatorie alla persona con cui era stata legata sentimentalmente. Un vero e proprio bombardamento che si è intensificato dopo il rientro in Italia dell’ambasciatore.
La vittima ha quindi deciso di chiedere un nuovo intervento dei magistrati, integrando la denuncia che era stata depositata molti mesi prima a piazzale Clodio e raccontando il suo inferno quotidiano. Da qui il procuratore aggiunto Maria Monteleone ha disposto nuove indagini culminate con l’arresto della donna.