Vitalizi, battaglia tra Svp e i trentini I sudtirolesi vogliono cambiare la legge per dare più soldi agli ex consiglieri
Togliere il contributo di solidarietà agli assegni vitalizi, una volta che si passi al contributivo. Una indennità differita (quindi una sorta di pensione) calcolata sulla base di quanto effettivamente versato e con un limite di cumulo massimo di 9.000 euro lordi al mese (ad esempio nel caso della presenza di altri vitalizi da parlamentare europeo o nazionale). Un ricalcolo delle cifre da dare come attualizzazioni agli ex consiglieri regionali sulla base di nuove tabelle con aspettative di vita superiori a quelle Istat (e calcolate su quelle Ania).
Con versamenti da centinaia di migliaia di euro a chi oggi prende il vitalizio. Sono alcuni degli emendamenti portati al tavolo del Consiglio regionale dalla Svp e che hanno scatenato il no dei trentini. A partire dai 5 Stelle con Alex Marini e Futura con Paolo Ghezzi. Anche il presidente del Consiglio regionale, il leghista Roberto Paccher, si dice contrario alla proposta (vedi articolo a lato). Da parte sua la Svp, presente alla riunione con il capogruppo Gerhard Lanz spiega: «Noi riteniamo che la riforma del 2014 abbia già dato una risposta alla questione dei vitalizi».
Gli emendamenti al disegno di legge che doveva essere discusso ieri in Commissione, ma che, a causa delle novità presentate dalla Svp, verrà esaminato lunedì prossimo, prevedono sì il passaggio al contributivo per il calcolo dei vitalizi, ma ne attenuano la riduzione secondo i trentini. Viene mantenuta una indennità differita da ricevere in base a quanto versato a 67 anni con la possibilità di anticipare il termine di 5 anni seppure con tagli all’assegno di indennità differita (il nuovo nome dei vitalizi). Viene poi posto un cumulo massimo con altri vitalizi (ad esempio da parlamentare europeo) pari a 9.000 euro lordi al mese. Ma la Svp propone anche di ricalcolare con nuove tabelle le attualizzazioni (ossia gli anticipi richiesti dagli ex consiglieri) con centinaia di migliaia di euro che verrebbero assegnate ai chi prende l’assegno vitalizio.
Insorgono contro le proposte tutti i partiti trentini. «In commissione è arrivata una incredibile e irricevibile proposta della Svp: invece di far scattare il taglio dei vitalizi ai politici da troppo tempo promesso e non ancora implementato, ora questi signori arrivano addirittura a chiedere di aumentarli complicando il disegno di legge presentato dall’ufficio di presidenza e l’applicazione dei principi stabiliti dall’intesa Stato-Regioni con qualcosa come 11 emendamenti. Sosterremo qualsiasi iniziativa politica e sociale volta a contrastare ogni eventuale cedimento ad una visione vecchia non di anni ma di secoli. La verità è che fino ad oggi sul tema vitalizi la maggioranza regionale ha fatto melina». Duro anche Ghezzi: «La maggioranza regionale scricchiola sulla riforma dei vitalizi. Gli 11 emendamenti al ddl 11 riducono fortemente l’impatto, cercando di limitare i tagli previsti alle “pensioni” dei consiglieri regionali (e dei loro familiari)».