«Fake news» sulla Resistenza a Salvini 15mila euro di danni
Il diritto di satira non copre le “fake news”, anche se queste si mascherano dietro una patina di ironia. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione confermando la condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Trento ad un blogger: 5.000 euro di multa più 15.000 euro di risarcimento alla parte civile, il leader della Lega Matteo Salvini patrocinato come in altre occasioni dall’avvocato Claudia Eccher di Trento.
L’imputato si era buscato una denuncia per diffamazione per un articolo pubblicato sul blog “La Voce a 5 stelle”. Articolo in cui venivano attribuite a Salvini delle affermazioni sulla Resistenza mai pronunciate. In particolare nel post “incriminato” si attribuiva all’ex vicepremier la frase: «...la Resistenza fu solo al Nord. È evidente che al Meridione, allora come oggi, non avevano le palle di combattere. Sono da sempre dei vigliacchi».
Parole mai dette da Salvini che, per tutelarsi dalla “fake news” confezionata sotto forma di falsa intervista, aveva sporto querela. L’autore si era difeso sostenendo che in tutta evidenza era una frase ironica. Ma lo scudo della satira in questo caso non c’era. Questo perché l’autore nel suo articolo pubblicato su internet ha mischiato vere dichiarazioni fatte da Salvini («la Resistenza non fu solo rossa, ma anche bianca, liberale e democratica») con frasi inventate facendo non satira ma disinformazione.
«Non sussiste - ricorda la Cassazione - l’esimente del diritto di critica nella forma satirica qualora essa, ancorché a sfondo scherzoso e ironico, sia fondata su dati storicamente falsi; tale esimente può, infatti, ritenersi sussistente quando l’autore presenti in un contesto di leale inverosimiglianza, di sincera non veridicità finalizzata alla critica e alla dissacrazione delle persone di alto rilievo, senza proporsi alcuna funzione informativa e non quando si diano informazioni che, ancorché presentate in veste ironica e scherzosa, si rivelino false».