Sindaco di Trento, centrodestra sempre in affanno, Bisesti va da Salvini a chiedere aiuto
Il solo fatto che si ipotizzi che il candidato sindaco di Trento abbia bisogno della “benedizione” di Matteo Salvini fa correre un brivido freddo ai cespugli vari, centristi in primis. Mettiamo in fila i fatti. Primo: fino ad ora, la coalizione è stata solo capace di bruciare nomi, mettendo sul piatto pure possibili candidati sindaco ancora prima di contattarli; secondo, dal 7 gennaio, ultima seduta del tavolo di coalizione, quello che doveva essere decisivo, anche per anticipare il centrosinistra, non c’è stata più alcuna convocazione. Quella messa in calendario è stata rinviata. E fino a ieri sera, nessun altro invito era arrivato ai membri del tavolo.
«Una situazione kafkiana» si sfoga uno dei partecipanti. Ogni giorno, ogni minuto che passa, cresce la consapevolezza che non c’è più tempo da perdere, mentre l’avversario da battere, Ianeselli, è al lavoro H24: incontri a destra e a manca, contatti con i diversi mondi della città e con chi ha idee e suggerimenti per costruire il programma con cui “SìAmo Trento”, Patt, Trento Viva o +Trento e, forse, Onda Civica degli ex 5 Stelle, si presenteranno agli elettori il 3 maggio. Vallo a trovare, in questa “situazione kafkiana”, un candidato forte “espressione della società civile”, possibilmente giovane (per contrapporlo al 41enne Ianeselli) ma sufficientemente attrezzato per gestire una macchina burocratica complessa, e avanti negli (età media over 50) come quella del Comune di Trento.
Difficile trovarlo per una ragione semplice: chiunque venga contattato, è consapevole di essere una seconda, terza o quarta scelta. Di essere stimolato a mettersi in gioco perché altri, prima di lui, hanno già detto no.
In questo scenario, salvo sorprese dell’ultima ora, arriva il summit della Lega Salvini a Milano, dove il segretario trentino, Mirko Bisesti, sarà chiamato a relazionare sullo stato dell’arte in Trentino in vista delle amministrative di maggio. Bisesti, che anche ieri sera ripeteva «Stiamo lavorando», ha sempre assicurato: «Non ci saranno imposizioni da fuori». Non può dire altrimenti, il segretario-assessore provinciale, perché deve rispettare l’impegno preso: individuare un candidato non espressione di partito, e quindi senza il simbolo Lega Salvini stampato in fronte. Ed infatti, coerentemente, aveva proposto il nome del professor Aronne Armanini, poi bocciato. E non può dire diveramente, perché, altrimenti, sa che rischia lo sfaldamento sul nascere della coalizione. Claudio Cia, di Agire, lo ripete: «Se verrà proposto un candidato della Lega, dovrò convocare il coordinamento provinciale di Agire per decidere il da farsi. Il nostro impegno è quello di sostenere un candidato sindaco non targato». E Michele Condini, che al tavolo rappresenta gli Autonomisti Popolari, lo ribadisce ancora una volta: «Noi abbiamo un accordo politico con Salvini, su sette punti, per il governo della Provincia. Sugli altri fronti abbiamo le mani libere. Se alla fine sarà Salvini a decidere e se il candidato sindaco sarà espressione di un partito nazionale, avremmo dei problemi ad appoggiarlo».
E dunque si ritorna al punto di partenza. Cia, dopo, essersi giocati i nomi della giornalista Laura Strada e di Marco Luscia, ha contattato con discrezione Marcello Carli, ottenendone la disponibilità. Che c’è ancora, ma non trova grandi consensi negli altri partiti. E gli Autonomisti Popolari ripropongono il nome dell’avvocato Lorenzo Eccher, in passato presidente di circoscrizione con il Pd, perché giovane e conoscitore della macchina comunale. Dice Condini: «In accordo con Fassa e la lista della Dc, abbiamo proposto Eccher fin da ottobre. E fino ad ora nessuno, tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia ci ha seriamente spiegato perché non sarebbe un nome adeguato». La prossima settimana, Silvano Grisenti, presidente di Progetto Trentino, rientrerà dalla Tanzania, e anche l’ex assessore braccio destro di Dellai ai tempi della Margherita, dirà la sua.
Ieri, si è appreso che da uno dei cespugli di centro c’è stato il tentativo, a vuoto, di convincere un assessore della giunta uscente a candidarsi a sindaco con il centrodestra. Un segno dello stallo e delle difficoltà della coalizione che vuole “conquistare” Trento per porre fine al dominio ultraventennale del centrosinistra.