Negozi chiusi la domenica, Roma frena Il governo impugna la legge Failoni
Sulle chiusure domenicali e festive dei negozi la Provincia di Trento è rimandata a settembre. Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge provinciale del 3 luglio scorso; la questione ora arriva alla Corte costituzionale, il cui parere è atteso in autunno.
Nel frattempo tutto rimane come da un mese a questa parte, con gli esercizi commerciali aperti nei giorni festivi a macchia di leopardo.
L'impugnazione è stata deliberata «in quanto l'articolo 1 reca una disciplina limitativa degli orari degli esercizi commerciali, eccedendo dalle competenze statutarie e violando la competenza esclusiva dello Stato in materia di concorrenza, di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione». La Provincia, secondo Roma, si sarebbe spinta troppo in là con le proprie prerogative. La disamina della legge trentina sul commercio, assieme ad altre quaranta norme di Regioni e Province autonome, è avvenuta nella riunione di venerdì scorso, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia.
La legge sulle chiusure domenicali e festive era entrata in vigore il primo week-end di luglio. L'estate era dunque partita con i negozi e i supermercati chiusi in circa la metà dei Comuni trentini, quelli non considerati ad elevata densità turistica, oltre a Trento, Rovereto e Pergine Valsugana. I malumori dei commercianti per l'obbligo di tenere giù le serrande sono stati placati solo in parte con la circolare dell'assessore provinciale Roberto Failoni che prevede la possibilità di apertura per 9 giornate festive, da luglio a fine dell'anno. Numero che, in assestamento, è salito a 12. Nel 2021 saranno 18 le aperture straordinarie.
Nei giorni scorsi la norma di attuazione sul commercio era stata approvata in Commissione dei 12, con il voto contrario del rappresentante del governo che lasciava presagire un iter tribolato. «Ormai siamo abituati, ogni legge che facciamo ci viene impugnata» è il commento dell'assessore Failoni. «È una mossa che ci aspettavamo» fa eco il presidente Maurizio Fugatti, che non manca di ricordare le sentenze della Corte costituzionale che recentemente hanno dato ragione alla Provincia, ad esempio per i provvedimenti in tema di dirigenti provinciali e contratti dei medici e dei giornalisti.
«Stupisce e fa riflettere inoltre la decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare dapprima una nostra legge, ossia quella sugli appalti pubblici, salvo poi farla propria in sede di legge sulla semplificazione. Un comportamento perlomeno contraddittorio - aggiunge - Ma oggi credo si sia fatta chiarezza. Al di là delle competenze sulla concorrenza, possiamo dire che Pd e M5S sono contrari alla legge sulle chiusure domenicali. Questo è un tema politicamente rilevante, perché M5S nel proprio programma elettorale nazionale ha il tema delle chiusure domenicali mentre oggi impugna la legge di una provincia autonoma».