Covid, rientro a scuola «Ma se c'è un positivo si chiude, e controlli a tutti»
“Nel caso in una classe qualcuno risultasse positivo al Coronavirus, dovranno essere fatti i controlli a tutti. Potrebbe scattare una chiusura temporanea, ma poi la scuola riapre”. Lo ha detto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri a “Timeline” su Sky Tg24. Sono le lin ee guida contenute nella raccomandazione che l'Istituto Superiore di Sanità ha consegnato al governo, frutto del confronto fra gli esperti (c'è anche la FBK di Trento).
“Dal punto di vista sanitario dobbiamo essere rigidi, ma le scuole devono ripartire. Ci aspettiamo un aumento del numero dei contagi e dei focolai però con il virus dobbiamo convivere”, ha aggiunto il viceministro della Salute. “Per quanto riguarda la responsabilità legale dei presidi a mio parere ci dovranno essere degli sgravi, va fatta una discussione da cui emerga qualcosa di chiaro”, ha precisato.
ll ministero della Salute starebbe studiando insieme alle Regioni e alle Asl se in caso di presenza di un contagiato a scuola sia possibile effettuare test molecolari immediati. Si tratterebbe insomma di un sistema di esami simile a quello che viene attuato in questi giorni negli aeroporti con chi torna da Paesi considerati a rischio per alto numero di positivi. Questo potrebbe contribuire a tranquillizzare i genitori, preoccupati per il rientro a scuola dei figli, i dirigenti scolastico e i docenti che possono trovarsi a dover gestire le prime fasi del protocollo nel caso un ragazzo mostrasse sintomi riconducibili al Covid.
Rimane però la gestione dei casi: cosa succede se un alunno o un docente risulta positivo al test? L'orientamento è che venga affidato ai genitori, allontanato dalla scuola, e messo in quarantena per 14 giorni, dopo aver effettuato un tampone. Ma per l'ISS, va messa in quarantena anche tutta la sua classe, o comunque coloro che sono stati in contatto con il caso. Fino a misure estreme, che la Azienda sanitaria locale potrà valutare, compresa la chiusura temporanea della scuola: tutti a casa per 14 giorni, se necessario. E comunque ogni plesso scolastico deve avere un "referente Covid", cioè un responsabile della procedura.
La ministro Azzolina però avverte: “Sta purtroppo girando una grave fake news su cosa accade quando si deve gestire un alunno che, all’interno dell’istituto scolastico, mostra sintomi compatibili con l’infezione da Covid-19. Si arriva a sostenere che ai genitori non sarà permesso prelevare i propri figli e che questi saranno affidati all’autorità sanitaria. Niente di più falso, ovviamente. Il Protocollo di sicurezza prevede invece che si debba provvedere quanto prima possibile “al ritorno al proprio domicilio” e ad attivare i necessari protocolli sanitari per la sicurezza di tutti”. Lo scrive il ministero dell’Istruzione sui social.
Neessuno "sequestrerà" i bambini o li sottrarrà ai genitori.
La notizia che circola da diverse ore sui social, secondo cui nel caso di sintomi compatibili con una positività al Covid-19 non sarà possibile ai genitori andare a prendere i propri figli a scuola, è una fake news. Lo afferma l'Istituto Superiore di Sanità in un comunicato, in cui invece precisa che "è la figura del genitore che è chiamata a gestire tutti i percorsi".
"E' in preparazione, e verrà finalizzato e reso pubblico nelle prossime ore, un documento che contiene le indicazioni per la gestione di casi e focolai negli istituti scolastici preparato dalle istituzioni competenti - scrive l'iss -. Si invita pertanto a considerare le notizie riferite al documento stesso solo una volta che questo venga reso disponibile; in particolare sono da considerare fake news tutte quelle notizie che riportano che l'alunno o lo studente possano venire affidati all'autorità sanitaria, mentre è la figura del genitore che è chiamata a gestire tutti i percorsi. L'Istituto Superiore di Sanità - conclude la nota - invita, per quanto riguarda le notizie sul Covid-19 e più in generale sulla salute, a consultare sempre fonti ufficiali e affidabili".