Il sindaco di Bergamo, Gori «Abbiamo avuto 670 morti, il Covid ci ha insegnato che...»
«Scambiamoci buone pratiche tra sindaci». Franco Ianeselli a “lezione” da un “fratello maggiore” come Giorgio Gori, dal 2014 sindaco di Bergamo. Sindaco Pd in una città e provincia da sempre a trazione leghista.
«Se i miei cittadini mi hanno rinnovato la fiducia - ha detto di fronte ai militanti del Pd Trentino e ai sostenitori di Ianeselli, ieri sera in Piazza Duomo - credo sia perché abbiamo fatto delle scelte, preso delle decisioni. Compito degli amministratori è confrontarsi e discutere, ma poi bisogna decidere. Sono stati anni fecondi per Bergamo, anche se ho scoperto, da manager che veniva dal privato, che i tempi del pubblico sono più lenti, anche per ragioni di giusta trasparenza».
Il sindaco Gori ha raccontato anche l’impreparazione e lo strazio ad affrontare l’emergenza Covid più acuta, che ha avuto nella bergamasca il fulcro più violento: 670 morti in città (120.000 abitanti come Trento) e 6.000 in tutta la provincia. «Purtroppo la Lombardia ha privatizzato il 50% della sanità - ha ricordato Gori - e i privati puntano tutto sugli ospedali, sguarnendo la medicina territoriale. Ora abbiamo più posti in terapia intensiva, ma se il Coronavirus tornasse come in primavera, saremmo nella stessa situazione».
Curioso, Ianeselli, anche di sapere come Gori ha gestito la questione movida in centro storico: «Scontentando tutti» ha scherzato l’ex manager televisivo, spiegando come l’orario dei bar sia stato portato a mezzanotte e mezza, estendibile all’una e mezza per i locali che utilizzano body-guard, insonorizzano gli ambienti: «Abbiamo poi concesso ben 200 dehors. All’una e trenta di notte la polizia locale passa e controlla. Con il Covid abbiamo vietato di bere in piedi per strada». Bergamo ha anche puntato a diventare città della conoscenza: scuole superiori di qualità e università che in pochi anni è salita da 16.000 a 25.000 iscritti. E poi la ricerca di fondi: Università, Atalanta calcio, Cassa Depositi e prestiti, operatori immobiliari i finanziatori per le opere necessarie a migliorare la città.