Covid, Veneto verso la fase 4 con riprogrammazione della chirurgia non d'urgenza
La continua crescita di nuovi casi - oggi il dato record di +3.815 contagi - e l’aumento della pressione sugli ospedali spinge il Veneto verso la fase 4 del piano di sanità Covid, quella da semaforo arancione, in cui anche le attività chirurgiche programmate vengono sospese.
Il bollettino regionale odierno ha registrato un nuovo forte slancio alla curva del virus, portando il dato complessivo degli infetti a 75.907 (+3.815), Il report ha segnalato anche 25 decessi, con il totale a 2.568. Cresce ulteriormente la pressione sulle strutture ospedaliere, con 1.410 ricoverati nei reparti ordinari (+109), e nelle terapie intensive, con 187 ricoverati (+13). Così la Regione, dopo aver riunito ieri sera il Comitato di crisi Covid, ha emanato una circolare a tutte le strutture sanitarie, le aziende ospedaliere pubbliche ma anche quelle private convenzionate, con la quale ha disposto «la sospensione di ogni attività chirurgica programmata che preveda il ricorso in terapia intensiva post-operatoria», fatta eccezione per le emergenze-urgenze, come gli interventi per incidenti, ictus e infarti.
Questo - ha spiegato l’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin - per non occupare, con attività programmate, posti nelle terapie intensive.
Il Veneto prevede di poter entrare fra pochi giorni nella fase 4 - ora è alla 3 - del piano di sanità pubblica, che scatta nella fascia 250-400 pazienti in intensiva, e 900-1.500 in area non critica. Allo stesso modo, il nuovo step di difesa contro la nuova ondata del virus prevede di ridurre «tutta l’attività programmata non urgente in ambito internistico». Questo per permettere al sistema ospedaliero di disporre di personale per la gestione dei pazienti Covid, ad eccezione delle attività non rinviabili, in particolare in ambito oncologico.
«Avendo 100 ricoveri per Covid in più al giorno - ha spiegato il presidente Luca Zaia - sappiamo che se proseguisse questo trend, tra 10 giorni avremmo un migliaio di malati in più da ricoverare. Siamo pronti per farlo, senza panico, ma i numeri ce li abbiamo». Zaia ha precisato che In Veneto non sono all’orizzonte nuove restrizioni, «pensiamo - ha detto - che siano sufficienti quelle in corso».