Conte: severità ma non lockdown Il Cts si spacca e nel verbale si insiste su maggiori controlli

di Redazione Web

Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, aveva annunciato un’imminente riflessione politica su nuove restrizioni per limitare gli assembramenti da shopping natalizio nelle città italiane.
Ma il premier ha anche escluso una sorta di lockdown alla tedesca, con tutti i negozi chiusi salvo quelli di beni essenziali. Ha lasciato intendere che si pensa a un giro di vite più “chirurgico”, mirato a evitare che si creino affollamenti nelle piazze e soprattutto nei locali commerciali.

"Abbiamo già predisposto - ricorda Conte - un piano per le festività natalizie. Forse qualche ritocchino ci sarà. Alla luce dei suggerimenti del Comitato tecnico scientifico qualche misura ulteriore la introdurremo. Ci stiamo riflettendo. Dobbiamo scongiurare in ogni caso una terza ondata perché sarebbe molto pesante. Il sistema delle regioni colorate sta funzionando, abbiamo evitato un lockdown generalizzato come in Germania. Con misure calibrate e ben circoscritte stiamo reggendo bene questa seconda ondata".

Il tema di un’eventuale zona rossa o arancione estesa a tutta Italia nei festivi e prefestivi, se non addirittura a tutti i giorni da qui a fine anno o all’Epifania, aveva sollevato molte critiche da parte di esponenti politici di vario orientamento, dal sindaco di Milano Giuseppe Sala al presidente della Liguria Giovanni Toti, che reputano sbagliato colpevolizzare le persone che escono nelel città e chiedono piuttosto maggiori controlli e misure localmente più stringenti per limitare accessi ad areee potenzialmente troppo dense e i comportamenti a rischio.

Nella maggioranza di governo, se i ministri Boccia e Speranza rappresentano sempre la linea rigorista, altri sono orientati sulla gestione attenta della situazione ma senza introdurre blocchi particolari a livello nazionale. Particolarmente contraria a lockdown commerciale o a misure simili Italia Viva, che già è al confronto duro con Conte sul fronte della gestione dei fondi del Recovery Fund (oggi giornata interlocutoria).

Quindi si prevede che domani il premier cercherà una sintesi per bilanciare le varie esigenze, tenendo conto anche della spaccatura che oggi si è avuta all’interno del Comitato tecnico-scientifico, anche qui tra “falchi” e “colombe” della gestione epidemica.

La sintesi della riunione non indica la strada di nuovi scenari modello lockdown ma richiama le norme in vigore: «Inasprire le misure e aumentare i controlli secondo le indicazioni contenute nel Dpcm del 3 dicembre, modulandole come si ritiene opportuno» sono le principali indicazioni messe nero su bianco dal Cts al termine della seconda seduta fiume di oggi, che ha sostanzialmente confermato la necessità di potenziare il dispositivo di controllo degli assembramenti nelle piazze, strade e vie dello shopping in questi giorni che precedono il Natale.

Nel verbale redatto dal Comitato si fa riferimento al rischio assembramenti ma non alle chiusure possibili o eventuali delle regioni né tantomeno delle zone rosse, arancioni o gialle.

A destare la preoccupazione degli esperti sono soprattutto i luoghi al chiuso e quelli in cui ci si può togliere la mascherina.

Sugli spostamenti, che saranno bloccati già dal 21 dicembre, il Comitato non si è espresso, lasciando di fatto la decisione al governo su come e dove chiudere in base ai dati in possesso.

La riunione si è conclusa dunque con un verbale incentrato in particolare su controlli e assembramenti.

Sarà ora palazzo Chigi a decidere eventuali nuove strette nei prossimi giorni.

Un altro fronte che resta aperto, ffidato al parlamento, è quello della deroga per i piccoli comuni al divieto di spostamento il 25 e 26 dicembre e a Capodanno. Si lavora a un'ipotesi che potrebbe consentire a chi abita in municipi con meno di 5mila abitanti di spostarsi in un raggio di 20 o 30 chilometri. «Domani contiamo che il Senato approvi la mozione che oggi abbiamo depositato sul tema. Non possono esistere italiani di serie B perché vivono in piccoli Comuni», ha detto il capogruppo Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci.

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