La deputata Cattoi (Lega): "Usiamo il Recovery Fund per produrre l'idrogeno in Trentino"
La Provincia autonoma di Trento ha presentato i suoi progetti per l’utilizzo del Recovery Fund, fra i quali spiccano soprattutto grandi progetti per impianti funiviari (dalla Levico-Luserna, alla Riva-Ledro, al Belvedere Express di Campiglio). Ma la parlamentare trentina della Lega, Vanessa Cattoi, spinge per un’altra idea: il rilancio post-Covid deve partire dall’idrogeno.
«I requisiti per l’accoglimento del progetto Trentino ci sono. Rispetta le linee-guida approvate dal governo e i tempi di progettazione e realizzazione. Attendiamo dunque l’esecutivo alla prova dei fatti, se avrà intenzione di investire seriamente sullo sviluppo della tecnologia ad idrogeno fondamentale per rimanere competitivi, rispettare l’ambiente e allo stesso tempo garantire un degno futuro ai nostri figli» dichiara la deputata trentina a margine del Question Time in commissione Attività produttive della Camera rivolto al Ministro dello sviluppo economico per sapere se c’è la volontà dell’esecutivo di inserire tra i progetti pilota da finanziare con i fondi del Recovery Fund anche il progetto presentato dalla Provincia autonoma di Trento, «che prevede - sottolinea Cattoi - attraverso un progetto-pilota, l’introduzione dell’idrogeno prodotto da idroelettrico come vettore, con impatti positivi nell’area Nord Est del Veneto sia per la parte ferroviaria (Valsugana, Trento-Bassano del Grappa) sia per la parte di trasferimento della produzione idrogeno (Valle dell’Adige, Bolzano-Trento-Verona)».
In particolare - prosegue Cattoi -« il progetto mira a realizzare un impianto-pilota per la produzione di idrogeno sfruttando risorse energetiche rinnovabili primarie nel territorio Trentino quali quelle idroelettrico fluviali e predisponendo un piano logistico per l’utilizzo dell’idrogeno nei trasporti locali attraverso le reti gas: l’obiettivo è infatti l’elettrificazione parziale della linea ferroviaria della Valsugana (sino a Borgo/Primolano) garantendone la prosecuzione sino a Bassano attraverso treni ibridi H2 da impiegare nella tratta non elettrificata in sostituzione dei rotabili diesel».
In vista della «grande opportunità di rilancio del sistema Paese attraverso l’utilizzo del Recovery Fund, è fondamentale inserire tra i progetti-pilota da finanziare anche quello promosso dalla Provincia di Trento ed avviare una mirata attività di progettazione, realizzazione e gestione delle apparecchiature, degli impianti e dei sistemi complessi finalizzati alla sperimentazione di tecnologie avanzate per l’utilizzo dell’idrogeno. Oltre ad avviare i singoli territori verso lo sviluppo di mobilità green potremmo prepararci ad accogliere visitatori da tutto il mondo per le Olimpiadi 2026 che potrebbero ritrovare in Italia un Paese all’avanguardia e rispettoso dell’ambiente, dei territori e delle loro peculiarità orografiche. Il territorio Trentino ha già una vocazione Green e Low Carbon che andrebbe potenziata a seguito dello sviluppo di un progetto dedicato come questo per la produzione di idrogeno, la mobilità collettiva, la possibilità di avere stazioni di riferimento ad idrogeno sia per i treni ad idrogeno sia per i bus ad idrogeno, la possibilità di avere una rete distributiva su tutta la provincia che permetterebbe di diventare un territorio attrattivo anche per lo sviluppo di tutta la filiera legata all’idrogeno».