Vaccini covid: il mea culpa di Ursula: sottovalutati i problemi di produzione
Durissimo sfogo di un ministro di Angela Merkel contro la gestione Ue dei vaccini. In una riunione di governo lunedì scorso, il titolare socialdemocratico della Finanze Olaf Scholz ha perso le staffe definendola una vera schifezza, anzi senza mezzi termini «una m...». L’indiscrezione della Bild è stata confermata oggi dalla co-presidente della Spd Saskia Esken: «In effetti bisogna dire che Scholz non si lascia spesso andare, quindi aveva accumulato un bel pò di rabbia«, ha commentato la Esken.
Peccato che a coordinare la campagna dei vaccini in Ue sia la commissione guidata dalla connazionale Ursula von der Leyen.
Bersagliata dalle critiche (non solo di Scholz) per i ritardi del piano europeo, oggi la leader Ue ha ammesso che non tutto è andato per il verso giusto.
«L’anno scorso ci siamo focalizzati sulla necessità di sviluppare i vaccini - ha detto in un’intervista a La Stampa e ad altri media europei - ma forse in parallelo avremmo dovuto concentrarci di più sui problemi legati alla loro produzione di massa. Li abbiamo sottovalutati.
Col senno di poi, avremmo anche dovuto spiegare meglio ai cittadini che il processo di distribuzione sarebbe stato lento perché si tratta di una procedura completamente nuova».
In tutto questo, dopo le tensioni dei giorni scorsi, il dialogo tra Bruxelles e AstraZeneca resta »complicato«, si è appreso da fonti europee. Le dosi di vaccino previste in consegna nell’Ue per il primo trimestre dell’anno si attestano sui 40 milioni, ben lontano da quei 100 milioni previsti dal contratto siglato con l’azienda anglo-svedese. Dopo la riunione tra von der Leyen ed i Ceo delle case farmaceutiche di domenica, al termine della quale AstraZeneca aveva alzato l’asticella delle consegne da 31 a 40 milioni di dosi (aggiungendone 9 milioni), non si sono più avute novità. Visto il taglio di AstraZeneca, saranno complessivamente 100 milioni le dosi di vaccino che saranno consegnate nell’Ue nel primo trimestre (tra i vaccini di Pfizer-Biontech, Moderna e AstraZeneca). Nel secondo trimestre dell’anno invece, le dosi aumenteranno a 300 milioni.