Governo Draghi: ecco i nomi dei ministri
Mario Draghi, dopo essere salito al Colle da Sergio Mattarella, ha comunicato anche alla stampa la lista dei ministri del nuovo governo.
Si tratta di un esecutivo misto, con la presenza di tenici, ma a prevalenza di ministri, con esponenti di tutti i partiti della nuova maggioranza, cioè l'intero arco palramentare eccetto la destra di Fratelli d'Italia.
Non risulta più presente il trentino Riccardo Fraccaro, ex sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio dei ministri.
Malgrado le aspettative di un governo molto "rosa", le donne sono soltanto otto su 23.
Domani alle 12, al Quirinale, ci sarà il giuramento del premier e dei componenti dell'esecutivo.
Un governo con 15 ministri politici (4 M5s, 3 ciascuno per Pd, Fi e Lega, uno per Leu e Iv) e 8 tecnici. Cingolani al nuovo ministero per la Transizione ecologica, che unisce le competenze di ambiente e energia. Sette i ministri confermati dal Conte II.
L’età media del governo è di 54 anni e mezzo.
Draghi il più vecchio (73), Di Maio il più giovane (34). Forte prevalenza dei ministri del Nord, 18 su 23.
Mario Draghi tiene all’oscuro la politica fino all’ultimo ma dal suo cilindro esce alla fine un governo secondo il modello misto di Ciampi, che dell’ex governatore fu mentore.
Un governo tecnico nelle sue caselle chiave: nomi di esperienza e di grande prestigio, in ossequio allo sprone del Colle per un esecutivo di «alto profilo» e «non identifcabile con alcuna formula politica». Ma Draghi chiama al «whatever it takes» moltissimi politici, con alcune new entry e diverse conferme, nel segno della continuità chiesta dal Colle.
Otto le donne (3 tecniche e 5 politiche): Cartabia, Lamorgese, Messa, Gelmini, Carfagna, Dadone, Bonetti, Stefani.
Quindici gli uomini (5 tecnici, 10 politici): Franco, Colao, Giovannini, Cingolani, Bianchi, Di Maio, Speranza, Franceschini, Guerini, Orlando, D’Incà, Giorgetti, Patuanelli, Brunetta, Garavaglia.
Elevata l’età media: 55 anni. Mentre dei 23 ministri del governo Draghi, 17 avevano già ricoperto dicasteri in precedenti governi, 7 sono gli esordienti.
Rappresentate tutte le forze politiche della nuova maggioranza (ma non Azione-+Europa), certo con dicasteri di peso diverso. Quattro ministri al M5s (Di Maio, Dadone, Patuanelli, D’Incà). Tre ministri al Pd (Franceschini, Orlando, Guerini), espressione delle 3 componenti dem che hanno eletto Zingaretti.
Tutti uomini, così come il ministro Leu Speranza.
Va meglio per la rappresentanza di genere in Forza Italia: 2 donne (Gelmini e Carfagna) e 1 uomo, (Brunetta), tutti già ministri nei governi Berlusconi. Donna anche l’unica ministro di Iv (Bonetti). La Lega ha tre ministri: il ‘pesantè Giorgetti al Mise, Garavaglia e Stefani. Tra gli otto tecnici 3 donne (Cartabia, Lamorgese e Messa) e 5 uomini (Franco, Cingolani, Colao, Giovannini, Bianchi).
Interessanti le novità.
A spendere il 37 per cento dei 209 miliardi del Recovery Found, nel ministero nuovo di zecca della Transizione Ecologica fortemente voluto da Beppe Grillo e da M5s, Draghi chiama il fisico Roberto Cingolani, responsabile dell’Innovazione tecnologica di Leonardo, dal 2005 al 2019 direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Alla Transizione Ecologica Vittorio Colao, alla guida della Task force di Giuseppe Conte per il piano poi mai attuato, manager di grandi gruppi editoriali e capo operativo mondiale di Vodafone.
Una novità anche i ministeri del Turismo e della Disabilità, per i leghisti Garavaglia e Stefani.
Nei dicasteri chiave del suo governo di «alto profilo» Draghi vuole quattro uomini e due donne. Al Mef Daniele Franco, bellunese, esperto di finanza pubblica, direttore generale di Bankitalia, fedelissimo e braccio destro di Draghi. Tre conferme agli Esteri, alla Difesa, alla Salute, con il M5S Luigi Di Maio, il Pd Lorenzo Guerini , il Leu Roberto Speranza. Confermata anche Luciana Lamorgese agli Interni mentre la new entry è Marta Cartabia alla Giustizia: costituzionalista, giurista, accademica, appassionata di sci fuori pista, ha infranto il soffitto di cristallo diventando la prima presidente donna della Corte Costituzionale.
La continuità che aveva chiesto il Quirinale trova espressione anche nella conferma del Pd Dario Franceschini alla Cultura e del 5 stelle Federico D’Incà, nel delicato ruolo di ministro per i Rapporti con il Parlamento di un governo che dovrà fronteggiare una maggioranza composita e variegata.Tornano al governo dopo anni anche il leghista Giorgetti al Mise e il vicepresidente del Pd Andrea Orlando, al Lavoro.
Altri nomi tecnici di peso, all’Istruzione (Patrizio Bianchi), e all’Università (la professoressa Maria Cristina Messa, medico chirurgo, della Bicocca di Milano).
Infine, nel ruolo importantissimo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Draghi sceglie Roberto Garofoli, un uomo di struttura molto stimato,spesso in conflitto con i 5s.
Ecco i nomi dei ministri.
Daniele Franco all'Economia (tecnico)
Marta Cartabia alla Giustizia (tecnico)
Roberto Speranza alla Salute (Articolo 1/Leu)
Roberto Cingolani alla Transizione ecologica e all'Ambiente (tecnico)
Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo economico (Lega)
Enrico Giovannini alle Infrastrutture e Trasporti (tecnico)
Luigi Di Maio agli Affari esteri (M5S)
Roberto Garofoli sottosegretario alla presidenza del consiglio
Patrizio Bianchi alla pubblica Istruzione (tecnico)
Cristina Messa all'Università (tecnico)
Renato Brunetta alla pubblica amministrazione (Forza Italia)
Luciana Lamorgese all'interno (tecnico)
Vittorio Colao all'Innovazione tecnologica (tecnico)
Andrea Orlando al Lavoro (Pd)
Fabiana Dadone alle Politiche giovanil (M5S)
Elena Bonetti alle Pari opportunità (Italia Viva)
Stefano Patuanelli all'Agricoltura (M5S)
Dario Franceschini alla Cultura (Pd)
Mara Carfagna al Sud e coesione (Forza Italia)
Erica Stefani alle Disabilità (Lega)
Federico D'Incà ai Rapporti con il Parlamento (M5S)
Lorenzo Guerini alla Difesa (Pd)
Mariastelal Gelmini agli Affari regionali (Forza Italia)
Massimo Garavaglia al turismo (Lega)