Gravidanza e richiesta "danni": solidarietà alla pallavolista Lara Lugli
Non si spegne la eco sulla vicenda di Lara Lugli, la pallavolista classe 1980, schiacciatrice di ruolo, che si è vista recapitare una citazione per "inandempienza contrattuale" dal suo club, il Volley Pordenone, ora Maniago, per non aver completato nel 2019 la stagione agonistica perche' incinta.
La gravidanza non è andata a buon fine per un aborto spontaneo e all'amarezza per una maternità non arrivata si aggiunge quella di tipo 'lavorativo' per Lara Lugli, che è rappresentata dall'avvocato trentino Bonifacio Giudiceandrea (appassionato di volley e fra l'altro membro del Cda della Delta Despar).
È stata la stessa giocatrice a spiegare su Facebook come sono andate le cose: «Rimango incinta il 10 marzo 2019, comunico alla Società il mio stato e si risolve il contratto. L'8 aprile non sono più in stato interessante per un aborto spontaneo. A distanza di due anni, vengo citata dalla stessa Società per danni».
Attorno a Lugli, 41enne carpigiana, già giocatrice anche di serie A, si è subito sollevata un'onda di solidarietà che ha coinvolto anche il mondo della politica.
"Invocare la condanna della pallavolista Laura Lugli perché in maternita' è una violenza contro le donne. La maternità ha un insostituibile valore personale e sociale", ha twittato la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati.
"Sono vicina a Lara Lugli per l'esperienza drammatica che ha vissuto e che nessuna donna deve piu' subire e vivere nel nostro Paese - il commento nel merito della ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti a Radio24 - Quanto accaduto è il segno di un retaggio sociale ormai obsoleto, pensare che le donne debbano ancora essere costrette a scegliere tra realizzarsi nel mondo del lavoro e l'esperienza della maternita' e' un modello che costringe le donne a una dimensione di diseguaglianza rispetto agli uomini che deve essere colmato".
Una foto di Lara Lugli è stata pubblicata dalla deputata Pd Laura Boldrini sul suo profilo Facebook: "Citata per danni dalla società della volley Pordenone. La colpa della pallavolista Lara Lugli è quella di essere rimasta incinta. Presenterò un'interrogazione. Ecco perché ieri, 8 marzo, dicevo che in Italia c'è poco da festeggiare e molto da lottare per la parità", il post a corredo.
"Non basta piu' esprimere solidarieta' nei confronti di chi subisce su di se' gli effetti ancora evidenti di una societa' patriarcale e maschilista. È il caso della pallavolista Lara Lugli cosi' come di altre centinaia di donne costrette a scegliere tra maternita' e carriera. Ora e' necessario agire concretamente affinche' il gap gender non sia piu' una questione aperta da risolvere", scrive sulla sua pagina Facebook il ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme Federico D'Inca', in merito alla vicenda della pallavolista Lara Lugli.
"Occorre promuovere azioni che garantiscano alle donne condizioni di parita' salariale, di accesso e mantenimento di una posizione lavorativa, pieni diritti e valorizzazione delle loro aspirazioni senza dover scegliere o subire fortissime discriminazioni", ha sottolineato ancora D'Inca'.
"Pensare che oggi una donna sia costretta a scegliere tra un figlio e la carriera non è più tollerabile. In Italia ci sono una serie di sussidi e garanzie per lavoratrici e lavoratori che abbiamo introdotto da quando siamo al governo, ma mancano ancora tutele per permettere alle donne e ai loro compagni o mariti di progettare una gravidanza. È ora di un cambiamento anche in questo senso", scrive Luigi Di Maio su Fb a proposito del caso della pallavolista Lara Lugli, che "sarebbe stata discriminata, addirittura citata per danni, per quale reato? Essere rimasta incinta". Il ministro degli Esteri sottolinea che "una donna ha il diritto inalienabile di vivere serenamente il tempo della gravidanza e ne ha diritto insieme a tutta la sua famiglia. Perché qui stiamo parlando dei diritti di tutti"
La difesa della società friulana
"La maternità è sacra e la nostra società si deve muovere unita per raggiungere un livello adeguato di tutele, ma il caso da cui è scaturita questa levata di scudi è diverso da quello che è stato dipinto": lo ha affermato, all'ANSA, l'avvocato Donatella Manzon, che tutela il Volley Pordenone dall'ingiunzione che la pallavolista Lara Lugli ha promosso per poter ricevere delle spettanze cui avrebbe diritto dopo l'interruzione del rapporto di collaborazione quando, due anni fa, rimase incinta.
"Ci sono due piani in cui ci si deve muovere in questa vicenda - ha aggiunto -: quello personale e delle tutele della persona, che deve prescindere da tutto, per arrivare al risultato che non ci siano più atlete che sottopongano alle loro società contratti che prevedano l'interruzione immediata in caso di gravidanza. Detto questo, io mi devo comportare da professionista e leggo le carte.
Ci è stato recapitato un decreto ingiuntivo che sollecitava il pagamento di una mensilità non percepita, tacendo il fatto che degli 11 punti di cui era composto l'accordo, la maggioranza erano stati violati a causa dell'interruzione imprevista delle prestazioni sportive". L'avvocato ribadisce inoltre di non aver avanzato alcuna richiesta di risarcimento danni: "La società non ha fatto nulla per due anni, convinta che la vicenda si fosse conclusa all'epoca. Quando, però, c'è stato il tentativo di aggressione patrimoniale ha dovuto esporre le proprie ragioni".
E ancora: "Auspico che il prossimo 18 maggio il Giudice di pace di Pordenone ci dia il tempo per conciliare".