Francia, rilasciati in libertà vigilata i nove ex terroristi italiani: ora le decisioni sull'estradizione
Dall'obbligo di firma a quello di essere presenti in casa in certi orari: il giudice ha stabilito le condizioni di sorveglianza in attesa delle udienze. Poi, forse, si aprirà il capitolo dell'esecuzione delle pene in Italia, Benedetta Tobagi, figlia del giornalista assassinato: "Si chiude un cerchio e ora riflettiamo però sul senso del carcere decenni dopo i delitti commessi"
PARIGI. I 9 ex terroristi italiani per i quali la giustizia francese dovrà esaminare l'eventualità dell'estradizione rientreranno tutti a casa questa sera.
Per ognuno di loro, il giudice ha deciso vari gradi di libertà vigilata, che vanno dall'obbligo di firma all'obbligo di essere presenti in casa in certi orari.
Tutto questo in attesa dell'inizio delle udienze per ognuno di loro davanti alla Chambre de l'Instruction per la richiesta di estradizione italiana.
Oggi Luigi Bergamin, uno dei 3 ex terroristi rossi in fuga dopo l'ondata di arresti di ieri mattina in Francia, si è presentato a palazzo di Giustizia di Parigi assieme al suo avvocato per costituirsi.
Dopo Bergamin, si è costituito anche Raffaele Ventura, uno dei ricercati nell'operazione 'Ombre Rosse'. Dei dieci ex terroristi di sinistra colpiti da mandati di cattura resta quindi latitante soltanto Maurizio Di Marzio.
Luigi Bergamin, ex militante dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo), deve scontare una pena di 16 anni e 11 mesi di reclusione come ideatore dell'omicidio del maresciallo Antonio Santoro, capo degli agenti di polizia penitenziaria ucciso a Udine il 6 giugno 1978 da Cesare Battisti. L'8 aprile per Bergamin sarebbe scattata la prescrizione, ma i termini sono stati interrotti dal magistrato di sorveglianza milanese Gloria Gambitta su richiesta del pm Adriana Blasco, che ha dichiarato Bergamin "delinquente abituale". La vicenda giudiziaria di Bergamin e degli altri italiani è stata seguita direttamente in Francia dalla magistrata di collegamento italiana a Parigi, Roberta Collidà, in stretta cooperazione con i colleghi francesi. Oggi la Collidà si trova a Roma per una riunione al ministero di Giustizia, destinata a fare il punto sull'operazione 'Ombre Rosse' e i suoi sviluppi nei prossimi giorni.
"La delinquenza abituale si dichiara con almeno due sentenze di condanna e non ha senso che arrivi 33 anni dopo".
Così l'avvocato trentino Giovanni Ceola, legale di Luigi Bergamin, ha impugnato il provvedimento con cui lo scorso marzo il magistrato della sorveglianza di Milano Gloria Gambitta ha dichiarato il suo assistito delinquente abituale.
Tale provvedimento ha effetti sulla estinzione della pena, interrompendo la prescrizione dell'8 aprile scorso, di 16 anni e 11 mesi per concorso morale negli omicidi di Antonio Santoro e di Andrea Campagna.
"E' una buona notizia, si è costituito, vuol dire che ha capito, è un'ammissione. Adesso potrà scontare le proprie colpe". E' il commento di Adriano Sabbadin, il figlio del macellaio Lino Sabbadin, ucciso nel 1979 dai Pac, nell'apprendere che l''ex terrorista rosso Luigi Bergamin si è costituito alle autorità francesi a Parigi.
Sull'operazione che ha visto la collaborazione tra Italia e Francia Sabbadin ha aggiunto: "Io non ho mai avuto dubbi sulla
giustizia italiana".
Sul fronte dell'estradizione e del'esecuzione della pena in Italia, oggi si è espressa Benedetta Tobagi, figlia del giornalista del Corriere della Sera ucciso il 28 maggio 1980 a Milano dai terroristi di estrema sinistra della Brigata XXVII.
Intervistata da Radio Popolare, oggi Benedetta Tobagi, giornalista e scrittrice, ha commentato la decisione francese cone la chiusura di un cerchio: "Noi dobbiamo poter dire ai cittadini che la legge è uguale per tutti. Poi, l'esecuzione della pena è un campo aperto. Credo che adesso ci sia anche una grandissima occasione collettiva, in un Paese così avvelenato da posizioni forcaiole, di prendere questi arresti e questa vicendas drammatica e far eun riflessione più complessiva sulle carceri, sul senso della giustizia e del'esecuzione della pena dopo vari decenni. La vendetta è davvero un'altra cosa".