Per interessi di tipo tecnico, si legge nella nota, filmò la funivia del Mottarone tre volte: nel 2014, nel 2016 e nel 2018.
Le registrazioni sono state inviate alla procura di Verbania.
"Noi operai siamo convinti che non c'entriamo nulla, dicono che ci dovevamo rifiutare di mettere i ceppi, ma noi prendiamo ordini dal caposervizio e nessuno si aspettava un pericolo del genere", ha spiegato Emanuele Rossi, un operatore della funivia del Mottarrone, che era in servizio quel 23 maggio e le cui dichiarazioni a verbale sono già agli atti dell'inchiesta e contenute nell'ordinanza del gip. Rossi ha aggiunto: "i ceppi, come ho spiegato agli inquirenti, erano su da 3 settimane".
"Dovreste ringraziare che il sistema è così, dovete essere felici di vivere in uno Stato in cui il sistema fa giustizia o è una garanzia e invece sembra che non siate felici, l'Italia è un paese democratico", ha detto il gip di Verbania Donatella Banci Buonamici, che ha scarcerato sabato i tre fermati per l'incidente della funivia del Mottarone, mettendo ai domiciliari Tadini, ha risposto ai cronisti fuori dal Tribunale.
Il giudice entrando in Tribunale a Verbania ha risposto ad alcune domande dei cronisti.
"L'ho scritta la mia posizione", ha detto facendo riferimento all'ordinanza con cui ha rimesso in libertà il gestore Luigi Nerini e il direttore di esercizio Enrico Perocchio e ha mandato ai domiciliari Gabriele Tadini.
"Ho osservato che non sussisteva il pericolo di fuga, non esisteva - ha spiegato il gip - per le motivazioni che ho scritto, non ho ritenuto per due persone la sussistenza dei gravi indizi, non perché non abbia creduto a uno (ossia a Tadini, ndr), perché ho ritenuto non riscontrata la chiamata in correità, che deve essere dettagliata, questa non lo era ed era smentita da altre risultanze".
Il giudice Donatella Banci Buonamici ha aggiunto: "Il pm fa il suo lavoro bene e io faccio il mio credo altrettanto onestamente, è il sistema, dovreste ringraziare che il sistema è così, dovete essere felici di vivere in uno Stato in cui il sistema fa giustizia o è una garanzia e invece sembra che non siate felici, l'Italia è un paese democratico".
Intanto Eitan, il bambino di 5 anni unico sopravvissuto alla strage, ha lasciato il reparto di rianimazione ed è stato trasferito, nel primo pomeriggio, in quello di degenza. Lo si apprende da fonti mediche. Il piccolo, ricoverato all'ospedale infantile 'Regina Margherita' di Torino, è stato spostato, com'era stato annunciato dai medici, dopo che ieri la prognosi riservata è stata sciolta. Con lui c'è sempre la zia Aya. [Ansa]