In Trentino mancano 40 medici di base: Segnana guarda alla scuola e vorrebbe usare gli specializzandi
Incontro con la dottoressa Berloffa, che dirige i corsi di formazione, ma i bandi vanno deserti e soprattutto i dottori non scelgono le zone periferiche e di valle
TRENTO. L'assessora alla Salute e politiche sociali, Stefania Segnana, ha incontrato ieri pomeriggio la dottoressa Giulia Berloffa, recentemente nominata direttore della Scuola di formazione specifica in medicina generale di Trento. Al centro dell'incontro, a cui ha partecipato anche la dottoressa Franca Bellotti, direttore del Dipartimento salute - si legge in una nota della Provincia - la necessità di definire alcune priorità da affrontare nei prossimi mesi, fra queste la principale è senza dubbio quella della cronica carenza di medici di base, soprattutto in alcune zone del Trentino, come nel resto d'Italia.
Fra le varie ipotesi sul tappeto, quella di assegnare degli incarichi di medicina convenzionata ai medici in formazione, affiancati da medici di medicina generale tutor appartenenti alla Scuola. L'obiettivo è ora quello di mettere in campo una serie di progetti strutturati che vadano oltre l'emergenza Covid e che passano anche da una modifica del regolamento e del programma formativo della Scuola di Medicina generale che sarà al centro di un confronto nelle prossime settimane.
"Puntiamo molto sulla Scuola di medicina generale - ha detto l'assessora Segnana - perché sappiamo quanto la formazione e l'aggiornamento, anche tecnologico, siano fondamentali per un servizio al cittadino il più possibile efficace ed attento. Abbiamo posto le basi per una programmazione nuova della Scuola, che include, tra le nuove iniziative, anche la formazione dei medici delle Rsa e parallelamente stiamo lavorando per sviluppare nuove forme organizzative della medicina generale, con attenzione alla multiprofessionalità e all'attività integrata".
Le carenze in Trentino.
Un recente bando provinciale ha individuato le oltre 40 zone carenti, ma ha raccolto un numero di professionisti disponibili molto inferiore.
Per le zone periferiche le difficoltà aumentano: le città vengono spesso preferite nelle scelte dei medici. I dottori presenti seguono, al momento, ben oltre i 1.300 assistiti ognuno, che sarebbero la misura ottimale.