Aumento delle indennità «sconcertante e inaccettabile» in un anno in cui i lavoratori hanno sofferto la crisi Covid
Duro attacco di Cgil, Cisl e Uil. Le Acli: «Avevamo presentato un disegno di legge popolare per la riduzione delle indennità, non se n’è fatto niente»
TRENTO. Il blitz in consiglio regionale che aumenta le indennità dei consiglieri è «sconcertante e inaccettabile». Lo dicono in due comunicati stampa i sindacati (Cgil, Cisl e Uil del Trentino) e le Acli.
"L'aumento delle indennità regionali deliberato con un vero e proprio blitz è inaccettabile ed è sconcertante che chi ha proposto quell'emendamento così come quanti hanno votato a favore non si rendano conto che in questo modo si dà uno schiaffo a migliaia di lavoratrici e lavoratori che in questo anno di pandemia hanno visto pesantemente ridotti i loro redditi, e soprattutto a quei lavoratori che la crisi ha messo in ginocchio come gli stagionali del turismo per i quali ieri l'Aula non è stata capace di trovare nemmeno un euro". Così i tre segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. "Non siamo mai stati contrari all'adeguamento delle indennità, ma troviamo inaccettabile che si preveda un meccanismo di automatismo che non esiste per nessun contratto di lavoro né pubblico né privato", sottolineano ancora.
Duro anche il commento delle Acli. "Una scelta sbagliata, inopportuna e pericolosa per quanto riguarda il clima sociale e le pesanti difficoltà che stanno colpendo diversi settori della società e molte categorie di lavoratrici e lavoratori". Commenta così il Presidente delle Acli trentine Luca Oliver la scelta della maggioranza del Consiglio regionale di approvare l'emendamento che consente di sbloccare la rivalutazione degli stipendi dei consiglieri. "Le Acli - ricorda Luca Oliver - si erano fatte promotrici nella passata legislatura di un Disegno di legge di iniziativa popolare che puntava alla riduzione delle indennità e alla promozione di un Fondo per il sostegno della famiglia e dell'occupazione (che fu sottoscritto da migliaia di trentini, ndr). La proposta non ebbe alcun seguito, ma questo provvedimento segna addirittura un passo indietro e un esempio di irresponsabilità che peserà ulteriormente nei rapporti fra i cittadini e gli amministratori della cosa pubblica".