Blitz notturno serenissimo-leghista alla Camera, e di colpo le autostrade venete potrebbero prendersi l’A22
Un emendamento al «Decreto semplificazioni» consente alla Cav (la società di Anas e Regione Veneto) di gestire anche tratte autostradali «in territori confinanti». E’ il sogno di Zaia, deve però esserci l’assenso del Trentino: cosa farà Fugatti?
TRENTO. Le mani venete su A22? Le premesse ci sono. Certo, serve il via libera politico. Occorre l'assenso delle regioni interessate. Serve, per dirla tutta, che il nuovo presidente della Regione Trentino Alto Adige, Maurizio Fugatti, si pieghi alla volontà veneto-leghista. E, su questo fronte, il passaggio non sarebbe per nulla scontato, perché si tratterebbe, per Fugatti, di "passare" sul corpo della Svp.
Però... Però sul piano normativo la notte scorsa, alla Camera dei deputati, s'è consumato il blitz che il "governatore" veneto Luca Zaia attendeva da anni.
Il blitz è quello sul Decreto semplificazioni. La pattuglia di parlamentari veneti, primo firmatario Alberto Stefani, deputato della Lega Salvini Premier, di Camposampiero (Padova), classe 1992, è riuscita a far approvare dalle commissioni riunite Affari costituzionali e Ambiente Territorio Lavori pubblici, un comma che modifica la legge 244 del 2007. La legge in questione è quella che ha permesso di affidare ad una società formata al 50% da Anas spa e al 50% dalla Regione Veneto, le attività di gestione, compresa la manutenzione ordinaria e straordinaria, del raccordo autostradale di collegamento A4 - tronco Venezia-Trieste e del collegamento Venezia-Padova.
Quella legge ha portato, nel marzo 2008, alla costituzione di Cav - Concessioni Autostradali Venete spa che ha preso in gestione il cosiddetto "Passante di Mestre", aperto nel febbraio 2009.
Cav ha poi preso in carico e le tratte già in concessione alla Società della Autostrade di Venezia e Padova: il tratto della A4 tra Padova e Mestre, il raccordo Marco Polo (aeroporto) e la tangenziale ovest di Mestre.
Domanda: che c'entra la Cav con A22? La risposta la dà l'emendamento veneto-leghista appena approvato e che ora attende solo il doppio passaggio, scontato, in aula alla Camera, quindi - blindato - al Senato. Stabilisce che alla società tra Anas e Regione Veneto «può essere affidata l'attività di realizzazione e gestione, ivi comprese quelle di manutenzione ordinaria e straordinaria, di ulteriori tratte autostradali ricadenti nel territorio della regione Veneto, nonché, previa intesa tra le regioni interessate, nel territorio delle regioni limitrofe».
È il vecchio disegno di Zaia che si avvicina: il "Polo autostradale del NordEst" per gestire le infrastrutture del territorio. Cav si candida quindi, con il propellente normativo, ad andare ben oltre il "Passante di Mestre".
Per mettere le mani, dal 2026, alla scadenza della concessione, sulla tratta della A4 Brescia-Padova, quindi sulla A31 della Valdastico, per allargarsi ad est, verso Trieste, sulle tratte di Autovie Venete, cui subentra la inhouse Alto Adriatico spa (un terzo Regione Veneto, due terzi Regione Friuli Venezia Giulia. E pure verso ovest, con il 314 km di A22, asse strategico dal Brennero a Modena. Il progetto ambizioso di una unica società di gestione delle autostrade del Nord Est, seconda solo, per km, ad Aspi-Autostrade per l'Italia, Zaia lo coltiva dal 2010. Lo presentò, lo scorso anno, anche all'allora ministra alle infrastrutture e trasporti, Paola De Micheli.
La modifica normativa rende lo scenario più realistico. C'è una norma speciale, il noto art. 13 bis del 2017, che per A22 ha prefigurato la soluzione inhouse, con un accordo interistituzionale tra i 16 soci pubblici di Autostrada del Brennero spa e lo Stato.
La soluzione inhouse del 13 bis, con la liquidazione dei privati, dovrebbe parare il colpo del blitz leghista alla Camera. Ma è una soluzione rimasta intanto sulla carta (non così per Autovie Venete che beneficia della stessa norma), e quindi lo spettro della messa a gara della concessione trentennale di A22 è ora più vicino. Il termine ultimo, il prossimo 31 luglio, per la firma di un accordo, è irrealistico. E non si sa quale gradimento abbia la soluzione della finanza di progetto proposta al ministro Enrico Giovannini. Tra la messa a gara di A22 e affidarsi al grande progetto di "Polo autostradale del NordEst", come si muoverà il presidente della Regione, il leghista Maurizio Fugatti?