Green pass a scuola e controlli: la rivolta dei presidi. La Cisl: un sistema interamente da rivedere
Il sindacato critica l'obbligo di certificazione covid e in ogni caso rifiuta il ruolo di vigilanza attribuito dal governo ai dirigenti, chiamati a verificare gli accessi, con rischio di sanzioni da 400 a mille euro. Il segretario generale Sbarra: "Si rischia di aprire una fase di conflitti nei luoghi di lavoro. Se il governo lo ritiene si assuma piuttosto la responsabilità di rendere obbligatorio il vaccino per tutti i cittadini"
ROMA. Alta tensione sull'obbligo di green pass per il personale scolastico e sulla responsabilità dei presidi di farlo rispettare, pena sanzioni pesanti.
Nel mondo sindacale la Cisl è già sul piede di guerra: "Un grave errore aver deciso" per l'obbligo del green pass agli insegnanti "senza il necessario ed approfondito confronto con il sindacato. Devono tornare indietro, come abbiamo ribadito ieri al governo", dice il segretario nazionale, Luigi Sbarra.
E anche il presidente dell'Associaizone nazionale presidi, Antonello Giannelli, è critico: "È normale che la violazione di un obbligo sia sanzionata. Dispiace che questa misura sia stata adottata senza un preventivo confronto. Però è inaccettabile che ai dirigenti scolastici non siano assegnate le risorse umane che chiediamo da tempo, assolutamente necessarie per assolvere i compiti, sempre più numerosi, che vengono loro richiesti.
Ed è ancora più inaccettabile che sui colleghi incombano molti più oneri che sugli altri dirigenti dello Stato a fronte di una retribuzione nettamente inferiore. La politica dovrà ricordarsi dei presidi anche al momento del rinnovo contrattuale".
Fra gli insegnanti oltre l'80% risulterebbe vaccinato, ne restano poco più di 200 mila che finora non hanno scelto l'immunizzazione.
La Cisl intanto chiede al governo di eliminare subito la previsione di sanzioni per i presidi. "Chiediamo al più presto la modifica della norma che prevede sanzioni per i presidi" per il mancato rispetto della normativa sul Green pass nella scuola, spiega la segretaria della Cisl Scuola Maddalena Gissi, che proprio il mese scorso ha presieduto a Trento i lavori dell'assemblea nazionale di categoria.
"Viene previsto per il preside un nuovo profilo, l'ispettore per la salute: non è possibile, i presidi svolgono un compito di indirizzo e leadership educativa e pedagogica, ogni distrazione fa un danno e non può essere individuato il dirigente per un adempimento che non attiene al suo ruolo".
La norma prevede, per i presidi, al pari dei soggetti preposti ai controlli negli altri settori, una sanzione da 400 a mille euro.
"Abbiamo conosciuto i dirigenti scolastici farsi ingegneri, architetti e anche distributori di banchi per velocizzarne la diffusione, lo scorso anno, nelle aule. Ora basta.
Il 1° settembre - prosegue Gissi - riprendono le attività del Piano estate ed entreranno nella scuola decine di persone che non sono dipendenti scolastici, non sono personale dipendente dello Stato ma pervengono da associazioni, settori privati e terzo settore nell'ambito della bellissima esperienza che sono i Patti di comunità.
Chi deve controllare? Non sia chiamato il dirigente scolastico a nuovi controlli sul green pass, ne ha già tante di responsabilità al di fuori del ruolo.
Bisogna comprendere l'errore fatto: è un altro carico di responsabilità sul piano civile e pecuniario che non può essere inferto ai dirigenti scolastici".
E in un'intervista a "Il Mattino", il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ribadisce la contrarietà anche al green pass obbligatorio, meglio piuttosto l'obbligo di vaccino.
"Avevamo detto al presidente Draghi con chiarezza - commenta il leader sindacale - che estendere il green pass nei luoghi di lavoro non poteva essere un espediente per imporre di fatto l'obbligatorietà del vaccino.
Si rischia ora di aprire una fase di conflitti e di ricorsi di cui francamente non abbiamo bisogno.
Serviva e servirà una norma di legge per obbligare le persone a vaccinarsi. Noi abbiamo sostenuto e continueremo a sostenere la campagna vaccinale, anche nei luoghi di lavoro, il green pass è sicuramente un strumento utile per evitare la diffusione del virus.
Detto questo, non si possono introdurre sanzioni e sospensioni al personale con decisioni prese dall'alto.
Questo è un precedente pericoloso, un vulnus alle relazioni sindacali.
La scuola in presenza a settembre si garantisce con il personale adeguato, stabilizzando i tantissimi precari in modo da eliminare le classi pollaio. Bisogna intervenire anche sul sistema dei trasporti, rendendoli più sicuri. Noi riteniamo poi che il vaccino vada esteso anche agli studenti.
Infine una stoccata all'esecutivo: "E' il Governo, e non certo il sindacato, che deve valutare sulla base dei rilievi scientifici se la nuova emergenza sia tale da giustificare una legge per rendere obbligatorio il vaccino per tutti, e non solo nei luoghi di lavoro non possiamo certo essere noi a obbligare le persone a farlo, introducendo in via surrettizia il green pass. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità".