Mucca pazza: due casi in Brasile, stop all'export verso la Cina
Il morbo della mucca pazza è apparso per la prima volta nel Regno Unito negli anni '80 e si è diffuso in molti paesi d'Europa e nel mondo
RIO DE JANEIRO. Due casi atipici di mucca pazza sono stati rilevati in Brasile, con conseguente sospensione delle esportazioni di carne bovina in Cina. Lo ha detto reso noto ieri sera, sabato 4 settembre, il Ministero dell'Agricoltura brasiliano.
Si tratta di una misura presa nell'ambito di un protocollo bilaterale esistente tra i due paesi, sebbene il dicastero abbia sottolineato che "non vi è alcun rischio per la salute umana o animale". I due casi risultano "atipici" poiché la malattia è apparsa "spontaneamente e sporadicamente, non correlata all'ingestione di cibo contaminato", ha spiegato un comunicato ministeriale.
I due casi di encefalopatia spongiforme bovina (Bse) sono stati identificati durante le ispezioni sanitarie negli stati di Minas Gerais e Mato Grosso in bovini anziani, viene specificato dal dicastero brasiliano. "Il Brasile non ha mai registrato un caso classico di Bse", ha affermato il ministero, che ha notificato ufficialmente il fatto all'Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie).
Il morbo della mucca pazza è apparso per la prima volta nel Regno Unito negli anni '80 e si è diffuso in molti paesi d'Europa e nel mondo, provocando l'allarme dei consumatori e innescando una grave crisi nel settore della carne bovina. La malattia è stata diffusa ampiamente dagli allevatori che nutrivano il bestiame con la farina di carne e ossa di animali morti e infetti. Persone sono morte dopo aver contratto la variante umana, la malattia di Creutzfeldt-Jakob, che si ritiene si trasmetta consumando carne infetta.