Bancarotta: confermata assoluzione ex presidente Enoteca Italia
Garrone, 'rifarei tutto, sancita gestione corretta'
(ANSA) - ROMA, 29 OTT - Dopo 16 anni dall'avvio dell'indagine arriva l'assoluzione anche in appello per Pier Domenico Garrone, ex presidente di Enoteca di Italia, che era accusato di bancarotta fraudolenta in relazione alla gestione dell'Ente. Lo hanno deciso i giudici della Corte d'Appello di Roma che hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall'allora pm capitolino Stefano Rocco Fava, confermando l'assoluzione con la formula "perché il fatto non sussiste" già pronunciata dalla sentenza di primo grado nel 2017. L'indagine era stata avviata nel 2005 ed era relativa alla natura di alcune fatture. Gli accertamenti hanno riguardato poi il crac di Buonitalia, società che aveva assorbito Enoteca Italia, avvenuto nel 2013, otto anni dopo le dimissioni di Garrone, difeso in giudizio dall'avvocato Fabio Pier Giorgio Criscuolo. "Con la decisione arrivata oggi, a distanza di tanti anni, viene sancito che la gestione dell'ente da parte mia fu corretta e non ci fu alcun tipo di illecito. Non posso che dichiararmi soddisfatto di questa sentenza", commenta Garrone. Oggi la Corte di Appello di Roma ha confermato l'assoluzione per tutti gli imputati del processo "Enoteca d'Italia" dichiarando inammissibile l'appello di Fava nel frattempo sostituito. "Rifarei tutto perché tutto è sempre stato fatto con terzietà di interesse - aggiunge il manager, fondatore de Il Comunicatore Italiano e con ruoli ricoperti anche in Aeroporti di Roma e Regione Piemonte -, assenza di conflitti di interesse, per l'interesse pubblico e generale del settore vitivinicolo di Acqui Terme, della Regione Piemonte, del Governo Berlusconi che mi aveva nominato. Carta dei Vini dell'Enoteca d'Italia e così del Piemonte resta ancora oggi un modello di promozione di successi". (ANSA).