Superbonus, Giorgetti come Draghi: “Adesso basta, stiamo drogando il settore dell’edilizia”
Per il ministro dobbiamo chiederci "cosa può fare lo Stato di fronte alla rivoluzione digitale e energetica o allo shock che investe l'automotive. Invece diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo"
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ROMA. I partiti "saranno proiettati sempre di più verso il traguardo delle elezioni. Il governo deve lavorare nel modo più efficace possibile in questo quadro". Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che commenta anche le dichiarazioni di Draghi sulle frodi attorno ai bonus edilizi.
"Del Superbonus bisogna parlare perché da più parti si chiede che torni la politica industriale in Italia", spiega. In legge di Bilancio il governo aveva cercato di limitare il superbonus, "poi il Parlamento ha deciso di allargare le maglie, anche troppo. Ora costerà moltissimo".
Secondo Giorgetti "stiamo mettendo un sacco di soldi sull'edilizia che, per carità, può aver avuto senso sostenere nella fase più dura della pandemia e di certo contribuisce chiaramente alla crescita. Ma ora droghiamo un settore in cui l'offerta di imprese e manodopera è limitata. Stiamo facendo salire i prezzi e contribuiamo all'inflazione".
Per il ministro dobbiamo chiederci "cosa può fare lo Stato di fronte alla rivoluzione digitale e energetica o allo choc che investe l'automotive, che deve uscire dai modelli endotermici tradizionali. Invece diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo".
Intanto "rischiamo che dilaghi la disoccupazione nell'industria spiazzata dall'imposizione del passaggio all'auto elettrica entro il 2035". Il Pnrr "si potrà ritoccare, perché il mondo cambia così in fretta che non ha senso lasciare tutto fermo alla foto di un solo momento. Quanto alla politica industriale, va sviluppata", ad esempio, reintroducendo incentivi "per attivare il mercato di tutti i veicoli ecocompatibili, non solo elettrici".
Per avere l'energia necessaria "le rinnovabili sono una risposta, ma non la sola. Per fortuna il gas è tornato fra le fonti ammesse in Europa per la transizione".
Contro il caro-bolletta "non si vuol fare uno scostamento di bilancio già a inizio anno, che invece servirebbe, dunque si raschia un po' il barile per trovare cifre importanti anche se non risolutive".