Ponte: procuratore, senza ragionevole durata non c'è giustizia
Vale per le vittime e per gli imputati. Domani inizia processo
(ANSA) - GENOVA, 06 LUG - "Il problema di fondo di questo processo sarà la possibilità di rispettare i parametri costituzionali della ragionevole durata. Io auspico che tutte le parti si possano comportare tenendo conto di questo parametro. Un parametro di garanzia sia per le vittime che per gli imputati. Senza un tempo ragionevole non ci sarà giustizia degna di questo nome". Lo dice il procuratore Francesco Pinto alla vigilia dell'inizio del processo per il crollo del ponte Morandi, il viadotto collassato il 14 agosto 2018 causando 43 vittime. Sono 59 le persone imputate, tra ex vertici e tecnici di Autostrade e Spea (la società che si occupava di manutenzioni e ispezioni), attuali ed ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato. "Qualsiasi istanza dell'accusa - prosegue Pinto - delle difese e delle parti civili dovrà essere parametrata anche rispetto al criterio della ragionevole durata del processo nell'interesse delle stesse parti civili e degli imputati. Perché ci sarà troppa gente che altrimenti rimarrà sulla graticola e che potrebbe un domani essere anche assolta così come ci saranno tanti che hanno diritto a un risarcimento ma che lo potranno vedere dopo anni". Per quanto riguarda la protesta dei giornalisti di domani contro la decisione del presidente del collegio giudicante di concedere le riprese solo per dieci minuti alla prima udienza Pinto ha sottolineato come "non c'è alcuna lesione del diritto di cronaca. Vi è differenza tra diritto di cronaca, garantito, e spettacolarizzazione. Il processo potrà essere seguito, non possiamo pensare a una giustizia chiusa dentro il palazzo. Però è anche vero che un processo di questo genere, con mille occhi puntati, rischia di essere completamente deformato dalla presenza costante di telecamere". (ANSA).