Zeppe e plateau, le scarpe della nuova stagione sono vertiginose (e le borsette, senza manici)
I trend della Fashion Week: la prossima primavera abbigliamento all’insegna della semplicità. Ma ai piedi ritornano le altezze anni Duemila (ma anche anni Settanta)
MILANO. Se il mondo dell'abbigliamento per la primavera-estate 2023 si muove in un terreno che esalta la semplicità, intesa come quella voglia di vestire i classici del quotidiano (vedi Bottega Veneta o Prada, con quell'idea di "decorare e abbellire, restando semplici", come ha spiegato Miuccia Prada), non si può certo dire lo stesso per il mondo degli accessori. E' qui che le aziende immaginano che i consumatori vogliano sbizzarrirsi e soprattutto osare.
Partiamo dalle calzature: non ci sono mezze misure, o scarpe totalmente flat (vedi ad esempio la nuova ballerina Bubble di Tod's che riprende il noto “gommino” o i sandali con fasce trasparenti di Ermanno Scervino o da Giorgio Armani) oppure suole XL. E per XL, intendiamo davvero XL. Proprio come andavano tanto di moda negli anni Duemila. Quelle zeppe in gomma che hanno fatto da cornice ai passi e ai balli in discoteca di una generazione di teenager.
Ne è il simbolo, ad esempio, la linea Medusa Anthem di Versace, con modelli dalle maxi zeppe dallo stile gotico. Anche da Casadei la zeppa Nina ha forme spaziali: lucida scultura come nuova icona di design, punto di incontro tra la forza della laccatura in vernice e la trasparenza degli inserimenti in vinile che si dissolvono sul piede. Qui il futurismo rimane un marchio di fabbrica.
C'è poi il mondo delle zeppe anni '70, come quelle di Gianvito Rossi, che hanno un maxi plateau, mentre da Pollini hanno stampe tridimensionali e ricami di paillettes. Da Santoni il viaggio inizia dall'iconica doppia fibbia, che diventa motivo ornamentale sui sabot, proposti anche in pelle specchiata e in lizard. O, ancora, si evolve e diventa tridimensionale, come una pietra gioiello.
Anche il mondo delle borse si evolve, con i modelli preferiti da portare esclusivamente a mano. Via le tracolle o gli zainetti, la borsa si tiene in mano, come visto su molte passerelle. Da Borbonese protagonista assoluto è 110, il modello dal disegno stondato, con cristalli Swarovski. Due le varianti: con crystal texture applicata sul camoscio o con applicazioni di grandi pietre, allover o solamente lungo i profili.
Franzi invece lancia Fernanda, dedicato alla prima donna direttrice della Pinacoteca di Brera, Fernanda Wittgens (contrastò il saccheggio di opere d'arte sotto l'occupazione nazista, occupandosi poi della ricostruzione del Teatro alla Scala e del restauro del Cenacolo Vinciano). La borsa ha due ampi manici in pelle che permettono di portarla a mano ma anche a spalla. Invece da Themoirè debuttano tre nuovi modelli che devono i propri nomi rispettivamente dalle dee della fauna selvatica, della primavera e alla figlia di Gea e Urano, create usando cotone riciclato, nylon riciclato o apple fabric, un materiale eco-friendly ottenuto attraverso il recupero degli scarti dell'industria che lavora le mele.
La natura ispira anche Borsalino dove il creative curator Giacomo Santucci si lascia ispirare dall'arte di Claude Monet e del movimento impressionista, che si si traduce così in virtuosismi cromatici, effetti dégradé e sfrangiature realizzate a mano. Modello cult è il Panama Quito in paglia multicolor. Con questi accessori la semplicità non è davvero il leit motiv.