Il terremoto in Turchia e Siria: le vittime sono oltre 41mila, ritrovate in vita altre due persone
Si continua a scavare sotto le macerie, in Turchia due superstiti sono stati portati in salvo la notte scorsa, ieri recuperati un ragazzino e una bambina. Preoccupazione per la scarsità di informazioni che arrivano dalla Siria, dove la situazione dei soccorsi è disperata
ROMA. Due persone sono state tratte in salvo oggi nella provincia sud-orientale turca di Kahramanmaras dopo essere rimaste per 198 ore sotto le macerie del terremoto che il 6 febbraio scorso ha devastato il sud della Turchia e la Siria nord-occidentale: lo riporta l'agenzia di stampa statale turca Anadolu.
Un uomo, Muhammed Cafer Cetin, è stato estratto vivo dalle macerie di un palazzo di Adiyaman. Lo rende noto la tv di Stato turca Trt mostrando le immagini dell'operazione di salvataggio.
In queste ore i parenti delle persone rimaste sotto le macerie aspettano davanti ai condomini polverizzati dal terremoto, con la forza d'animo che vacilla ma determinati ad evitare che i corpi dei loro familiari si perdano nel caos dei recuperi.
Il bilancio delle vittime tra Turchia e Siria supera i 41mila morti, ma ancora oggi, a una settimana dal sisma, non c'è una indicazione ufficiale del numero di persone ancora sepolte sotto i muri di casa. Anche se le stime riferite dai media turchi parlano di oltre 70mila tra adulti e bambini. Sta intanto per esaurirsi il tempo dei soccorsi, come ha annunciato oggi l'Organizzazione delle Nazioni Unite: «La fase di recupero dopo il terremoto sta volgendo al termine», ha dichiarato il capo degli aiuti dell'Onu Martin Griffiths da Aleppo, nel nord della Siria. «Ho sentito storie che fanno rabbrividire», ha raccontato.
Tuttavia gli sforzi delle squadre di emergenza continuano anche con il calare della notte. In serata, ieri, dopo 183 ore dalla prima scossa, una persona è stata letteralmente dissotterrata nella città turca di Antakya.
In mattinata ad Adiyaman, la protezione civile ha tratto in salvo una bambina di 6 anni, Miray, sotto le macerie per 178 ore. Uscita viva dall'incubo a Hatay anche Nuray Gürbüz, 70 anni, nonostante più di 7 giorni senza acqua, cibo, con poco ossigeno, schiacciata dal cemento. Alla 180esima ora, squadre kirghise e turche hanno salvato una donna di 39 anni a Kahramanmaras, città dell'epicentro: Hatice Akan, appena ha potuto parlare ha sussurrato «ho molto freddo, copritemi i piedi».
E dopo due ore, ad essere restituito alla vita è stato un ragazzino di 12 anni, Kaan: 7 giorni e mezzo sotto i resti di un edificio di Hatay. Pure Cudi, 11 anni, ha lottato per restare viva nello stesso posto. Ha detto di non aver mai perso la speranza e di aver sognato il riso con i ceci. Insieme con lei è stata tirata fuori pure la sua nonna.
Scarni invece i resoconti dalla Siria, dove la situazione degli aiuti è talmente grave da spingere oggi un leader ribelle, Abu Mohammad al-Jolani, su cui pesa una taglia Usa di 10 milioni di dollari perché considerato un terrorista, a rivolgersi direttamente all'Onu per aiuti urgenti a Idlib.