Bombardamenti su Kiev e altre città sotto attacco
Esplosioni nei distretti di Sviatoshynskyi e Holosiivskyi, si segnalano feriti. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg non ha esclluso che «Bakhmut possa cadere nei prossimi giorni»
ROMA. Altre esplosioni si sono verificate stamattina a Kiev nel distretto occidentale di Sviatoshynskyi. Lo ha dichiarato il sindaco della capitale ucraina Vitali Klitschko su Telegram. Due persone sono rimaste ferite e sono state curate sul luogo dell'attacco, ha specificato Klitschko aggiungendo che alcune auto sono andate in fiamme nel cortile di un edificio residenziale dopo il raid russo.
Le bombe, ha spiegato il sindaco, hanno messo fuori uso un impianto di produzione di energia che serve il 40% delle case di Kiev, che dunque al momento sono senza riscaldamento.
Diverse esplosioni erano avvenute anche nel distretto di Holosiivskyi, nel sud di Kiev. Esplosioni sono state segnalate nella notte anche nelle città ucraine di Dnipro e di Kirovohrad e nella regione di Mykolaiv.
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg non ha esclluso che «Bakhmut possa cadere nei prossimi giorni».
«Questo non sarà necessariamente una svolta nella guerra - ha detto - ma evidenzia solo che non dobbiamo sottovalutare la Russia e dobbiamo continuare a sostenere l'Ucraina". Secondo il il ministero della Difesa britannico, i russi si trovano probabilmente di fronte al dilemma se tentare un altro assalto a Vugledar, nell'Ucraina orientale, o sostenere gli intensi combattimenti più a nord, vicino a Bakhmut e Kreminna.
L'Ucraina piane anche una figura nota e amata nell'ambito della sanità a favore delle vittime della guerra, Yana Rykhlitska, 29 anni,.
A centrare l'auto medica che aveva appena evacuato soldati ucraini feriti nel tritacarne di Bakhmut sono stati i mercenari della Wagner, i colpi di mortaio si sono portati via due volontari paramedici: una era Yana, meglio conosciuta al fronte come «l'angelo dei combattenti», ribattezzata così dalle unità militari di Kiev per la grazia del suo aspetto e la forza d'animo. Yana era una ragazza minuta con le treccine bionde, gli occhi verdi che nonostante tutto guardavano il mondo «con ottimismo, qualunque diavolo di cosa stia succedendo, una risata, coraggio e professionalità», come aveva scritto lei stessa in un post su facebook due mesi fa.
Ora l'Ucraina ha un altro eroe da piangere, nel giorno in cui il presidente Volodymyr Zelensky ha celebrato l'8 marzo dichiarando la sua gratitudine «a tutte le donne che lavorano, insegnano, studiano, salvano, guariscono, combattono per il Paese».
Martedì Yana è stata seppellita nella Alley of Heroes della sua città natale, a Vinnytsia, nell'Ucraina centrale. Al funerale c'erano centinaia di persone. «Disperata, piccola e magra, portava tutto sulle spalle», l'ha descritta Natalya Vlasyuk, una sua parente. Tetiana Zenart, la sua migliore amica, l'aveva sentita al telefono il 3 marzo, poche ore prima che morisse sul colpo sotto i colpi di mortaio: «Le ho chiesto come stavano andando le cose lì a Bakhmut, con quel flusso di feriti inimmaginabile. Lei mi ha risposto col suo solito tono, «mi sto divertendo, ancora tutta intera».
Prima che tutto finisse come finisce in guerra, quando Yana ancora poteva correre a recuperare i soldati rimasti feriti, Tetiana aveva scritto tutta la sua ammirazione e il suo affetto sui social: «Quando l'Ucraina vincerà, ricordate che metà del lavoro è stato fatto da lei. Proprio così. Non conosco un'unità militare che non le sia grata». Fino al 24 febbraio 2022, prima che scoppiasse la guerra, Yana aveva usato il suo diploma per lavorare in una compagnia di assicurazioni. Con l'invasione è cambiato tutto. Prima si è offerta volontaria aiutando civili e militari, poi ha deciso di frequentare i corsi di paramedico e ha firmato un contratto con le Forze armate ucraine entrando a far parte della 93ma brigata Kholodnyi Yar come soccorritore. «Adesso è un momento buio per tutti i medici di guerra e i soldati che ha aiutato. Ci vendicheremo. Con calma, ma con rabbia fredda, stiamo facendo il nostro lavoro», ha scritto il volontario Valerii Bahynskyi sugli stessi social dove Yana postava le foto con i feriti, i suoi pensieri, le immagini di un cagnolino impaurito salvato dalle esplosioni. Il suo profilo facebook è ancora aperto, inevitabilmente straziante con quelle immagini di una giovane forte e fragile persa per sempre nella carneficina di Bakhmut.
Yana avrebbe compiuto 30 anni il 2 aprile. I suoi genitori hanno rifiutato la raccolta fondi per la famiglia: «Fate una donazione per le Forze armate ucraine, è quello che avrebbe voluto nostra figlia».