Sudan, combattimenti tra esercito e forze paramilitari nella capitale: almeno tre civili uccisi
A Khartum e in altre aree del paese sono in corso da sabato mattina (15 aprile) scontri tra l’esercito sudanese e le Rapid Support Forces, un gruppo fedele a una fazione del governo sudanese. Il numero delle vittime non è ancora definitivo
KHARTUM. Tre civili sono stati uccisi in Sudan mentre infuriavano i combattimenti tra l'esercito e i paramilitari a Khartum e in altre città. Il sindacato dei medici ha affermato che «due persone sono state uccise all'aeroporto di Khartum» e una terza a El Obeid, nello Stato del Nord Kordofan, a sud della capitale. Almeno altre nove persone sono rimaste ferite negli scontri, compreso un ufficiale dell'esercito nella città gemellata di Khartum, Omdurman.
I paramilitari sudanesi affermano di aver preso il controllo del palazzo presidenziale e dell'aeroporto di Khartoum, ma l'esercito sudanese smentisce. «Si spara anche a Khartoum-2. Vengono usate pure armi pesanti e circolano carri armati, si sentono forti esplosioni», riferisce all'ANSA una fonte diretta nella capitale sudanese. Khartoum-2 è il settore della capitale sudanese in cui si trova l'Ambasciata d'Italia. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani segue con attenzione quanto sta succedendo a Khartoum: la nostra ambasciata, spiega, è pienamente operativa ed ha avvisato i connazionali di restare in casa: "Appello al dialogo e a cessare le violenze". L'Unità di Crisi monitora gli sviluppi.
«Notizie allarmanti sui combattimenti in Sudan. L'Ue invita tutte le forze a fermare immediatamente la violenza. Un'escalation non farà che aggravare la situazione. La protezione dei cittadini è una priorità. Tutto il personale dell'Ue presente nel Paese è al sicuro». Lo scrive su twitter l'Alto Rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell. L'inviato delle Nazioni Unite in Sudan, Volker Perthes, ha invitato soldati e paramilitari a cessare "immediatamente" i combattimenti a Khartoum e altrove nel Paese. "Perthes ha contattato entrambe le parti per richiedere l'immediata cessazione delle ostilità per la sicurezza del popolo sudanese e per risparmiare al Paese ulteriori violenze", si legge in una dichiarazione della missione delle Nazioni Unite in Sudan.
Gli Stati Uniti hanno rivolto un appello al Sudan affinché "cessino immediatamente tutte le violenze". Lo ha detto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, in visita ad Hanoi. Anche Mosca chiede un cessate il fuoco. Il ministero degli Esteri russo in una dichiarazione ha espresso preoccupazione per gli sviluppi nella capitale sudanese. "Chiediamo alle parti in conflitto di mostrare volontà politica e moderazione e di compiere immediatamente passi verso un cessate il fuoco", si legge nella dichiarazione. Lo riporta l'agenzia russa Tass.
L'inviato delle Nazioni Unite in Sudan, Volker Perthes, ha invitato soldati e paramilitari a cessare "immediatamente" i combattimenti a Khartoum e altrove nel Paese. "Perthes ha contattato entrambe le parti per richiedere l'immediata cessazione delle ostilità per la sicurezza del popolo sudanese e per risparmiare al Paese ulteriori violenze", si legge in una dichiarazione della missione delle Nazioni Unite in Sudan.