Fiorenza Rancilio trovata morta in casa a Milano, il figlio accusato di omicidio volontario
L'uomo, 35enne, è attualmente ricoverato al Policlinico di Milano: è stato trovato seduto a terra in una delle stanze dell'appartamento di lusso che divideva con la madre
MILANO. Sarà formalizzato a breve il fermo per indiziato di delitto per omicidio volontario a carico di Guido Pozzolini Gobbi Rancilio, il 35enne che si ritiene questa mattina possa aver aggredito la madre Fiorenza Rancilio, 73 anni, nel suo appartamento di via Crocefisso 6, a Milano.
Il giovane, cittadino svizzero nato a Lugano, è attualmente ricoverato al Policlinico di Milano, dove è stato trasportato in stato catatonico, dopo essere stato prelevato dall'appartamento della madre.
Il figlio, che ha assunto anche il cognome della madre, è stato trovato seduto a terra in una delle stanze dell'appartamento di lusso, suddiviso in più livelli, che divideva con la madre. Il corpo di lei, avvolto in alcune coperte e asciugamani, è stato invece rinvenuto in un'altra camera.
A quanto si è appreso, sequestrata anche quella che potrebbe essere l'arma del delitto, con cui il 35enne avrebbe colpito ripetutamente la donna alla testa. È emerso, inoltre, che l'uomo da tempo era in cura per problemi psichiatrici ampiamente certificati.
La vittima era sorella di Augusto Rancilio, architetto sequestrato dall'Anonima sequestri nel 1978 quando aveva 26 anni e mai più trovato.
La donna si occupava della gestione degli immobili ereditati da suo padre: era infatti figlia di Gervaso Rancilio, e non aveva invece alcuna parentela con Roberto che fondò l'azienda Rancilio Group che produce macchine da caffè.
Gervaso Rancilio si era trasferito a cercare fortuna in Francia e poi era tornato nel Milanese dove aveva costruito interi quartieri in alcuni paesi nell'hinterland di Milano. Proprio davanti a un suo cantiere a Cesano Boscone, Gervaso Rancilio e suo figlio Alfredo vennero circondati da un commando di 8 persone la mattina del 2 ottobre 1978. Alfredo venne caricato su un furgone e di lui non si seppe più nulla fino a quando il boss Saverio Morabito raccontò che venne ucciso perché aveva cercato di ribellarsi ai suoi carcerieri.
Fiorenza Rancilio era la presidente della fondazione Augusto Rancilio.