Il fightclub di Muggia, risse a pagamento tra ragazzini: 500 identificati, video su social
A pochi chilometri da Trieste, sul litorale: l'organizzazione sembra una copia perfetta di tanti film d'azione: gli spettatori pagano per assistere a incontri e una quota finisce nelle tasche di chi lotta, protagoniste anche ragazzine. Ora scatta un giro di vite delle forze dell'ordine per un fenomeno inquietante
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TRIESTE. Il sintomo di un diffuso e profondo malessere giovanile. Dev'essere questo che spinge gruppi di ragazzini non solo a baldorie con qualche birra di troppo, atteggiamenti da bulli e notti insonni, ma a risse, atti vandalici e anche qualcosa di più e meglio organizzato come fenomeni da fightclub.
Accade a Muggia, a pochi chilometri da Trieste, luogo scelto da tanti per il litorale, le scogliere, dove trascorrere ore in tranquillità al mare. Qualcosa che starebbe coinvolgendo da tempo centinaia di adolescenti, 500 secondo quanto riporta il quotidiano Il Piccolo.
È stato proprio il foglio della città a scoperchiare il fenomeno mettendo in fila una serie di avvenimenti di micro criminalità prima in città e poi a Muggia. E dopo qualche ricerca in internet tra piattaforme come Instagram e Tik Tok, a delineare l'organizzazione dei gruppi, ricostruirne gli scontri, le abitudini.
Tra i video colpiscono quelli in cui si vedono ragazzine picchiarsi attorniate da una piccola folla di coetanei che le aizzano, le invitano a colpire in modo più audace e risoluto.
Chuck Palahniuk lo aveva descritto in un libro anni fa, amplificato dalla cinematografia, da tempo avviene nelle periferie delle metropoli. Li chiamano i "maranza". Non si era mai visto nulla di simile nella placida Trieste.
L'organizzazione sembra una copia perfetta di tanti film d'azione: gli spettatori pagano per assistere a incontri e una quota finisce nelle tasche di chi lotta. Un fenomeno che preoccupa e non basta l'impegno delle forze dell'ordine - carabinieri, polizia di stato e polizia locale - che monitorano il territorio attentamente. Ma le bande non si incontrano solo in luoghi frequentati, dove qualche residente o negoziante dice di essere infastidito da comportamenti da bullo, ma anche tra i ruderi di una villa abbandonata, nei pressi della stazione dei bus, in zone isolate.
Sono gruppetti che giungono da Trieste in autobus, triestini, minori non accompagnati di nazionalità balcanica o maghrebina.
Il fenomeno sembra cresciuto, nonostante operazioni di pattugliamento, con tanti ragazzini identificati.
In molte occasioni sono stati i residenti a chiedere l'intervento di polizia e carabinieri, talvolta avrebbero soccorso qualcuno rimasto ferito.
Ieri in prefettura a Trieste si è svolto un vertice sull'argomento, si vuole evitare il dilagare della violenza e che questa si organizzi in modalità meno "rave" e più criminali. Era presente anche il sindaco di Muggia, Paolo Polidori.
"Non si esclude la possibilità di ricorrere al decreto Caivano, che, a fronte di intemperanze o ipotesi di reato da parte di minori, prevede comunicazioni orali alle famiglie e in caso di stranieri la possibilità di incidere sul rinnovo del permesso del soggiorno". È solo una delle soluzioni. Saranno intensificati i controlli e Polidori ha annunciato che s
Sul lungomare comincerà un servizio di controllo da parte di steward, disposto dallo stesso Comune di Muggia, dalle 16 alle 21 durante la settimana, e fino alle 24 nei giorni festivi, compresi Ferragosto e la vigilia di Ferragosto, il cui compito sarà monitorare la zona. Infine, "si proverà anche a percorrere la pista del controllo sui mezzi della Trieste Trasporti fermo restando che continuerà il monitoraggio sul territorio".