Clima / L'allarme

Tempesta Boris, devastazioni in Europa centrale: otto morti accertati, 4 dispersi

Sei vittime in Romania, un vigile del fuoco perde la vita in Austria in Austria, una persona annega in Polonia: paesi e città allagati, detriti per le strade, fiumi in piena. Allarme rosso per il Danubio, che si avvicina a condizioni mai viste
VIDEO La tempesta sulla Polonia, a Glucholazy strade sommerse
VIDEO Boris continua a devastare l'Europa orientale e centrale

ROMA. La tempesta Boris ha fatto una sesta vittima nel sud-est della Romania, hanno annunciato i servizi di emergenza, segnalando anche la scomparsa di una persona. Il totale dei morti per il maltempo nel centro Europa sale così a 8, con una vittima accertata in Polonia e una in Austria. In Repubblica ceca sono stati segnalati 4 dispersi.

Tanta pioggia tutta insieme non si vedeva da almeno 30 anni in Europa centrale e, secondo gli esperti, il peggio deve ancora venire, con la tempesta Boris pronta a mostrare tutto il suo potenziale.

In Romania, il Paese più colpito, le vittime accertate sono dunque sei e c'è un disperso. Un'altra persona è annegata in Polonia e un vigile del fuoco è rimasto ucciso in Austria mentre tentava di portare soccorso. E con il passar delle ore aumenta il numero delle vittime, dei dispersi e degli sfollati. Gli altri Paesi da giorni in lotta con l'acqua, la pioggia quasi incessante e quella dei fiumi in piena, sono Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria.

In tilt in molte aree trasporti e servizi, compresa la corrente elettrica. Le immagini delle inondazioni mostrano interi quartieri allagati, strade sommerse dall'acqua, gente con l'acqua fino alle ascelle, dighe improvvisate per fermare l'innalzamento dei corsi d'acqua, persone in cerca di un rifugio.

Il Danubio e i suoi affluenti sono bombe d'acqua a orologeria e le autorità di mezza Europa si stanno affannando per rafforzarne gli argini con il timore di una piena superiore a quella del 2013, la peggiore in 500 anni che causò decine di morti e dispersi e decine di migliaia di sfollati.

"Stiamo di nuovo affrontando gli effetti del cambiamento climatico, sempre più presenti nel continente europeo, con conseguenze drammatiche", ha affermato il presidente rumeno Klaus Iohannis, mentre il sindaco della città con più vittime, Galati, ha parlato di una "catastrofe di proporzioni epiche".

Il ministro degli Interni rumeno ha affermato che nella regione sono state colpite più di 6.000 famiglie e 15.000 persone.

In Austria, dove è morto il vigile del fuoco, in alcune zone del Tirolo è caduto un metro di neve, mai così tanta a settembre, un settembre in cui fino a pochi giorni fa si toccavano i 30 gradi anche in montagna. In Polonia è crollata una diga e un'altra era tracimata ieri sera: la polizia ha iniziato a evacuare i residenti bloccati nella zona utilizzando un elicottero. Ovunque è stato mobilitato l'esercito.

In Repubblica ceca 4 persone risultano disperse. Nella vicina Slovacchia, è stato dichiarato lo stato di emergenza nella capitale Bratislava.

L'Ungheria ha mobilitato 17.000 militari al lavoro per rafforzare gli argini nell'intento di prevenire il peggio. Ai volontari è stato invece suggerito di spostarsi solo dietro espressa richiesta, e alla popolazione si suggerisce di restare in casa.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha espresso in un messaggio su X la sua "solidarietà a tutte le persone colpite dalle devastanti inondazioni" e ha dichiarato che "l'Ue è pronta a fornire sostegno".

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