Finanze / Fisco

Eredità Agnelli, sequestrato il patrimonio di oltre 74 milioni a John, Ginevra e Lapo Elkann per i reati di frode fiscale

I “padroni” della Fiat nel mirino della Procura, il sequestro preventivo effettuato dalla Guardia di Finanza. La difesa: nessuna responsabilità, siamo estranei

TORINO. La Guardia di Finanza di Torino ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per circa 74,8 milioni di euro nei confronti dei fratelli Elkann - John Philip, Lapo Edovard e Ginevra, oltre al commercialista Gianluca Ferrero e al notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen per i reati di frode fiscale e truffa in danno dello Stato.

Il sequestro al culmine dell'indagine in corso sull'eredità di Gianni Agnelli dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino.

 

 "Il sequestro eseguito in questi giorni è un passaggio procedurale che non comporta alcun accertamento di responsabilità dei nostri assistiti", "le circostanze di fatto come ricostruite dalla Procura non sono condivisibili e restiamo convinti di poter dimostrare l'estraneità dei nostri assistiti ai fatti addebitati". E' quanto si legge in una nota diffusa dal collegio legale dei fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann.

 

"Il sequestro eseguito in questi giorni - è il testo del comunicato - è un passaggio procedurale che non comporta alcun accertamento di responsabilità dei nostri assistiti, come peraltro precisato nello stesso comunicato della Procura. A nostro avviso, inoltre, il sequestro non soddisfa i requisiti previsti dalla legge per la sua emissione perché, tra l'altro, non c'è mai stato alcun rischio di dispersione dei beni degli indagati".

"Nel merito - prosegue la nota - si ribadisce che Marella Caracciolo era residente in Svizzera sin dagli inizi degli anni settanta, ben prima che nascessero i fratelli Elkann. La volontà di risiedere in Svizzera non è mai venuta meno nel corso di tutta la sua vita. Pertanto, le circostanze di fatto come ricostruite dalla Procura non sono condivisibili e restiamo convinti di poter dimostrare l'estraneità dei nostri assistiti ai fatti addebitati".

 

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