Colpo di Stato in Corea del Sud: messi al bando Parlamento e partiti
Il presidente Yoon Suk Yeol oggi ha dichiarato la legge marziale di emergenza in un discorso in diretta tv, accusando i parlamentari di "comunismo" e di additando la minaccia della Corea del Nord. Nell'assemblea legislativa maggioranza e opposizione hanno votato per bloccare le decisioni del presidente, in piazza proteste contro il tentato golpe, si teme lo spettro della dittatura militare che opprimeva il Paese nei decenni della Guerra fredda
ROMA - Colpo di Stato in Corea del Sud. Il presidente Yoon Suk Yeol ha dichiarato la legge marziale di emergenza in un discorso in diretta tv, affermando che serve a proteggere il Paese dalle "forze comuniste" e "anti-Stato".
Il capo dell'esercito, che è stato nominato comandante della legge marziale, ha messo al bando le attività di Parlamento e partiti.
La tv ha mostrato in diretta elicotteri che atterravano sulla sede del Parlamento.
Maggioranza e opposizione unite hanno chiesto la revoca della legge marziale e centinaia di persone si sono radunate in piazza per protestare contro il tentativo di golpe.
Usa e Unione europea in allarme per le mosse dell'alleato, temono l'apertura di un fronte asiatico.
L'Assemblea nazionale sudcoreana ha bloccato la dichiarazione di legge marziale del presidente, Yoon Suk Yeol, con 190 voti a favore della revoca e vedendo unite maggioranza e opposizione.
Ora per legge il presidente dovrà conformarsi alla decisione, dopo aver affermato che la legge marziale di emergenza era necessaria "per salvaguardare una Corea del Sud liberale dalle minacce poste dalle forze comuniste della Corea del Nord e per eliminare gli elementi anti-Stato" e aver di conseguenza ordinato la chiusura completa dell'Assemblea nazionale.
La legge marziale, infatti, come riferito anche dall'agenzia nazionale Yonhap, se in vigore "vieta tutte le attività politiche, comprese le proteste e le attività dei partiti".
Quella di oggi è la prima dichiarazione di legge marziale d'emergenza dopo quella che nel 1979 diede il via alla dittatura di Chun Doo-hwan.
Per tutta la guerra fredda, in effetti, la penisola coreana era stata sede di due dittature, quella comunista a nord e quella militare appoggiata dagli Usa a sud, ma nel corso degli anni '80 la presa militare in Corea del Sud si allentò fino alle prime elezioni libere del 1987.
Da allora il Paese ha conosciuto un enorme sviluppo economico: se prima il reddito procapite coreano era inferiore a quello mondiale, con la democrazia è arrivata anche una crescita che ha portato la Corea del Sud a un reddito comparabile con quello europeo e mondiale.
FOCUS
Una potenza economica, la quarta dell'Asia dopo il Giappone, la Cina e l'India, che da anni si affaccia nel teatro geopolitico mondiale come un global pivotal state, impegnato a contribuire al mantenimento dell'ordine internazionale fondato sui valori delle democrazie liberali e alleato di ferro degli Usa.
Ma la storia della Corea del Sud, lo Stato nato sotto il 38° parallelo con la divisione della penisola coreana alla fine della Seconda guerra mondiale, è contrassegnata da dittature militari e progresso: un'economia hi-tech in continua crescita e un modello che, anche grazie al K-pop, si è fatto largo nel mondo nonostante una quadro sociale sempre più in difficoltà, come dimostra l'epidemia di suicidi nel Paese.
E un fantasma che non l'ha mai abbandonata, quello comunista agitato da Pyongyang che ancora oggi mina un sistema democratico all'apparenza occidentalizzato con una forte polarizzazione politica interna.
Nella repubblica semipresidenziale, basata sulla divisione dei poteri politico, legislativo e giudiziario, la legge marziale e l'autoritarismo per contenere eventuali derive hanno sempre svolto un ruolo significativo, segnando momenti di tensione politica, proteste di massa o minacce vere o presunte alla sicurezza nazionale.
Imposta per la prima volta durante la guerra di Corea (1950-1953), quando il Nord la invase, fu fatta scattare di nuovo durante la Rivoluzione d'Aprile del '60 nel pieno della lotta democratica nel Paese che vide violente proteste contro le frodi elettorali e l'autoritarismo, con l'esercito schierato e le libertà civili limitate. E poi ancora l'anno dopo, con il colpo di Stato che portò ai 18 anni del governo di Park Chung-hee che prese il potere, a suo dire, per ristabilire l'ordine.
Per poi essere assassinato nel 1979 e sostituito dal governo di Chun Doo-hwan, un capo militare che dichiarò la legge marziale in tutto il Paese mentre manovrava per prendere il controllo del governo, con la brutale repressione della rivolta di Gwangju, culminata nell'uccisione di centinaia di civili.
Gli ultimi anni della legge marziale in Corea del Sud, prima di quella annunciata oggi dal presidente Yoon, risalgono alla fine degli '80, quando le proteste di massa del 1987, note come rivolta democratica di giugno, costrinsero la giunta militare al potere ad adottare una costituzione più democratica e a tenere elezioni presidenziali dirette.