Istat, otto persone transessuali su 10 hanno vissuto aggressioni sul lavoro
Indagine con l'Unar: il 66% discriminato a scuola, uno su due sul lavoro
ROMA - Il 66,1% delle persone trans e non binarie la cui identità di genere è visibile o riconoscibile si è sentita discriminata a scuola o all'università; oltre 8 persone su 10 parlano di una forma di micro aggressione avvenuta in ambito lavorativo legata all'identità di genere; una persona su 2 dice di aver vissuto almeno un evento di discriminazione nella ricerca di lavoro per motivi legati all'identità di genere; il 46,4% non ha partecipato a un colloquio perché la propria identità (trans o non binaria) ne avrebbe condizionato negativamente l'esito e il 40,6% con un lavoro dipendente, dice di aver subito discriminazioni. Così Istat-Unar.
Frattanto a Roma si discute dopo l'approvazione di un emendamento alla manovra a firma di Riccardo Magi di +Europa che prevede un fondo da mezzo milione di euro per il prossimo anno per promuovere nei piani di offerta formativa "interventi educativi e corsi di informazione e prevenzione rivolti a studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, relativamente alle tematiche della salute sessuale e dell'educazione sessuale e affettiva".
Stanziamento che Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, boccia in maniera inesorabile e bolla come "un cedimento gravissimo della maggioranza di centrodestra all'isteria abortista dei collettivi trans-femministi e alle teorie terrapiattiste sul genere fluido del movimento Lgbtq".