Demenza senile, serve assistenza soddisfacente

La questione degli anziani in stato di demenza senile sarà sempre più centrale negli anni a venire, non solo per l'aumento esponenziale del loro numero ma soprattutto perché la maggior parte di loro conserveranno gradi di mobilità pur avendo perso memoria e capacità cognitiva. Le famiglie, da sole, non potranno sicuramente reggere a situazioni spesso ingestibili. E quindi sarà sempre più decisivo come comunità politica investire in case di riposo e strutture di accoglienza adeguate

di Pierangelo Giovanetti

Poco tempo fa ho fatto ricoverare mia madre settantottenne, in avanzato stato di demenza senile, presso la casa di riposo di Gardolo, per un periodo di «sollievo» di due settimane. Purtroppo, anziché un sollievo, tale ricovero si è ben presto trasformato in una farsa. La notte di sabato 15 novembre, mia madre è uscita dalla struttura, senza troppa fatica, semplicemente spalancando il portone ed il cancelletto d'ingresso, che risultavano aperti e privi di qualsiasi controllo, fatto che ritengo estremamente grave. Ella ha poi gironzolato nelle strade adiacenti, in pigiama e priva di scarpe (con le temperature di novembre....). Verso le due, totalmente smarrita e senza sapere dove fosse, è stata trovata, vicino ai binari della ferrovia Trento-Malè, da una coppia di immigrati nordafricani, i quali intuendo da dove la signora provenisse, l'hanno gentilmente ricondotta presso il ricovero (non posso fare a meno di esprimere la mia gratitudine a questi due gentilissimi signori). Faccio notare che solamente dopo una buona mezzora di scampanellate al portone d'ingresso, a detta dei soccorritori, un'assistente della casa si è degnata di venire ad aprire...! Un altro aspetto scandaloso di questa vicenda è che io non ho saputo niente fino al pomeriggio del giorno successivo. Alla mia richiesta di spiegazioni, mi è stato risposto che di notte non vi è un guardiano e il personale è insufficiente per poter salvaguardare tutti gli ospiti (!). Penso di aver fatto solo il mio dovere firmando il modulo con la richiesta di riportare mia madre a casa. Da parte del personale dell'istituto non è stata espressa la benchè minima scusa e nemmeno un semplice «ci dispiace». Solo il direttore della casa, dal quale mi sono recata dopo un paio di giorni, ha avuto la cortesia di esprimere il suo rincrescimento. Le nostre case di riposo sono piene di persone che non capiscono purtroppo dove sono e cosa stanno facendo, ma che hanno ancora le gambe buone per potersi muovere: è questa la sicurezza che diamo ad essi ed ai loro famigliari? Riflettiamoci un po'...  Annamaria Tomasi  La questione degli anziani in stato di demenza senile sarà sempre più centrale negli anni a venire, non solo per l'aumento esponenziale del loro numero ma soprattutto perché la maggior parte di loro conserveranno gradi di mobilità pur avendo perso memoria e capacità cognitiva. Le famiglie, da sole, non potranno sicuramente reggere a situazioni spesso ingestibili. E quindi sarà sempre più decisivo come comunità politica investire in case di riposo e strutture di accoglienza adeguate. L'episodio segnalato nella lettera (e invitiamo la Casa di Riposo interessata a voler intervenire al riguardo, e a fornire anche pubblicamente la propria versione dei fatti) mostra che c'è ancora molto lavoro da compiere, per far sì che le case di riposo non si riducano a semplici cronicari o ricoveri-custodia, ma consentano di garantire forme di assistenza soddisfacenti.  p.giovanetti@ladige.it

comments powered by Disqus