Com'è triste Riva a Natale

di Vittorio Colombo

“Fuori tutto”, “Saldi per fine attività”, “Si cede attività”, “Affittasi negozio”… c’è un florilegio di cartelli di questo genere in questo periodo di fine anno a Riva ma anche ad Arco e in altri centri. Ma  la sfilata di quelli che, in fin dei conti, sono avvisi funebri, necrologi di pubblici esercizi, a Riva, la cosiddetta “perla del Garda” è davvero impressionante.

C’è una morìa di negozi che sembra non aver paragone altrove, ma questa smobilitazione in fondo traumatica non lascia orfana una città abituata a tutto. Per molti negozianti o imprenditori che lasciano ce ne sono altrettanti pronti a provare l’avventura. Perché, a ben considerare il fenomeno, proprio di avventura si tratta.

Sono tempi grami soprattutto per chi parte ex novo, magari decide di aprire la propria attività in una strada periferica o poco battuta per risparmiare sull’affitto dei locali che in centro è a quote stellari.

Basta girare in questi giorni, anche di sabato e di domenica, e balza agli occhi il fatto che i negozi sono vuoti. Titolari o commesse guardano all’esterno, con una sensazione da acquario illuminato ma desolato. Non frequentato né da soggetti animati, potenziali clienti agognati, né da quella gioia che è un po’ l’anima del commercio.

Così la città si trasforma, cambia ma non per migliorare, per una sorta di rito funebre. Con l’anno finiscono molte speranze. Negozianti navigati ed esperti, giovani pieni di speranza, tirano le somme e, con la chiusura dell’anno chiudono anche i battenti. Chiudono un capitolo della loro vita. Con comprensibile amarezza. Disillusione.

Riva (ma anche altre città) è un domino troppo fitto di negozi e negozietti, uno accanto all’altro, magari due o tre negozi, spalla a spalla, con lo stesso tipo di merce. E le tessere del domino cadono a cascata: “Fuori tutto per cessazione attività”.

Per questo, e per altre cose che andremo a dire più avanti, Riva è triste a Natale.

Poi, a questo punto, ci si può mettere di tutto; la crisi, la paura del futuro, il crollo dei consumi… un po’ di vita e di luci la trovi in viale Roma, poi scendi verso il lago e incontri il buio lugubre e la piazza da inquietante vuoto metafisico alla De Chirico davanti al Municipio, poi la nostra quotidiana via Crucis propone tre o quattro casette di legno abbandonate a se stesse davanti alla Rocca. E i negozi brillano inutilmente di luci, acquari inanimati e senza speranza.

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