I treni devono restare un servizio pubblico(anche se più caro)

di Renzo Moser

I trentini dovranno abituarsi a fare a meno dell'Eurostar del mattino che collegava direttamente la nostra regione con Roma; così come i roveretani dovranno scordarsi la loro fermata, perché 33 mila abitanti non bastano a giustificarla, mentre i pendolari della Valsugana possono mettere una croce sulle speranze di un ammodernamento della linea, almeno per quel che riguarda Trentitalia. Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sulle ragioni che hanno spinto le Fs a «ridimensionare» il Trentino nella scacchiera dei collegamenti ferroviari nazionali, quei dubbi li ha fugati una volta per tutte il numero uno delle Ferrovie, Mauro Moretti. Il quale ha messo in chiaro che i criteri che orientano le decisioni di Trenitalia sono ormai esclusivamente di tipo economico.
Le tratte redditizie vengono privilegiate, le altre si tagliano, come i rami secchi, o poco produttivi, di un albero da frutto. Per chi legittimamente è convinto – e sono tanti – che la priorità di una società come Trenitalia, e a monte Ferrovie dello Stato, debba essere un bilancio non solo sano, ma anche capace di produrre utili e distribuire dividendi ai propri azionisti, il ragionamento di Moretti non fa una grinza. Basta essere d'accordo, come detto, sulle priorità.
Io, invece, non rinuncio all'idea che tra queste priorità ci debba essere anche l'offerta di un servizio che sia «pubblico», diverso, cioè, da quello che una società privata mi offre, dietro pagamento, sul mercato. Così come non mi rassegno all'idea che le grandi reti (autostrade, ferrovie, energia, telecomunicazioni) debbano essere per forza privatizzate. Facciamo l'esempio del telefono: è stato giusto liberalizzare il mercato aprendolo a tanti operatori, così da permetterci di scegliere l'offerta che riteniamo migliore, e i consumatori ne hanno beneficiato. Ma sarebbe stato molto meglio mantenere il controllo pubblico della rete Telecom. Perché? Per garantire, ad esempio, che essa raggiunga con la medesima efficienza anche centri di montagna disagiati che non offrono nessuna attrattiva commerciale all'imprenditore (privato), ma che invece dal punto di vista di una comunità (pubblica) possono rivestire una grande importanza.
Per lo stesso motivo mi aspetto che le Fs tengano nella giusta considerazione anche altri elementi, oltre alla redditività di un collegamento. Senza per questo giustificare sciagurate gestioni all'insegna della spesa fuori controllo e dei deficit ripianati dal Tesoro. Se il problema è solo economico, piuttosto che tagliare collegamenti così importanti (stiamo parlando della direttrice  Roma-Monaco, cioè Italia-Germania) meglio aumentare il costo del biglietto.

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