Sanità trentina senza direttore da 15 mesi
Se le cose dovevano andare in questo modo, forse era meglio lasciare Favaretti al suo posto. Come forse era meglio non indire nemmeno la procedura di nomina del sostituto e insediare una commissione ad hoc, sapendo già prima che, se non usciva il nome richiesto, sarebbe stato fatto saltare tutto. Intanto, il candidato scartato dalla giunta di Trento è stato scelto da Obama. Buon per lui. Un po' meno per il Trentino
Vorrei commentare una notizia apparsa sull'Adige lunedì scorso, e cioè il fatto che il dottor Gino Gumirato, 43 anni padovano, ex direttore generale dell'Asl di Cagliari, sia stato chiamato a fare parte di un gruppo selezionato di consulenti, nientemeno che dal neo presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, per cercare di riformare il sistema sanitario statunitense, oramai al collasso. La notizia in sé potrebbe forse solleticare l'italico orgoglio ma nulla più in termini di interesse, se non ci fosse un «piccolo» particolare: il manager pubblico che sbarcherà alla Casa Bianca, figurava (mai termine al passato appare più appropriato) nella rosa di quattro papabili alla carica di direttore generale della Azienda provinciale per i servizi sanitari della Provincia autonoma di Trento, che una apposita Commissione costituita dalla Giunta provinciale all'indomani delle dimissioni del dottor Carlo Favaretti nel gennaio 2008, aveva sollecitamente predisposto dopo una attenta, minuziosa e rigorosa analisi comparativa dei numerosi curricula presentati. È di dominio pubblico il fatto che a distanza di oltre un anno da quelle dimissioni, la più grande azienda trentina abbia ancora un direttore generale facente funzioni (professionista peraltro serio e preparato) e che la nomina del successore di Favaretti sia stata «congelata» a data da destinarsi; ora l'Assessore provinciale alla Salute e alle Politiche Sociali Ugo Rossi ha dato l'annuncio del «habemus papam» entro la fine del mese di marzo...; ma sarà comunque un incarico a termine, un anno, massimo due, fino alla ventilata riforma del servizio sanitario provinciale (l.p. 10/93); quindi un «traghettatore», un professionista a progetto, una sorta di co.co.co. Nel frattempo si è svilito e annullato il ruolo ed il lavoro di una Commissione tecnica qualificata che, alla resa dei conti ha dimostrato di avere agito in maniera corretta, facendo emergere il merito e non l'appartenenza. Per qualcuno evidentemente Gumirato, come anche gli altri tre idonei, non erano all'altezza di gestire la sanità del piccolo Trentino con i suoi cinquecentomila abitanti, mentre la prima potenza mondiale è stata di diverso avviso; intanto uno ha spiccato il volo verso altri lidi, e poi parlano della fuga dei cervelli. Mi sorge un sospetto: non sarà che gli ha giocato contro il suo curriculum da indipendente e la perentoria affermazione che «in Italia manca una classe manageriale. I politici non vogliono costruirla, perché temono l'indipendenza»?
Ermanno Sartori - Condino
L'Azienda sanitaria provinciale è da quindici mesi priva di una guida stabile nel pieno dei suoi poteri, e per un altro anno o forse due lo resterà, visto che si parla di un'ulteriore soluzione provvisoria in attesa della nuova legge. Nonostante la grande professionalità e le capacità dimostrate dal dottor Franco Debiasi, attuale direttore facente funzioni, è innegabile che la provvisorietà in cui lavora non aiuta a prendere decisioni durature e a dare una gestione alla Sanità trentina oltre l'ordinaria amministrazione. Tutto questo perché la giunta provinciale ha voluto dare il benservito (meritato o no saranno gli utenti a dirlo) a Carlo Favaretti ad un anno dalla sua scadenza, senza voler trovare però una soluzione e individuare un successore. O meglio, la soluzione era stata trovata, perché la Commissione tecnica preposta e nominata aveva lavorato, e lavorato bene. Ma i nomi che sono usciti dall'esame tecnico, dei titoli e delle competenze, non sono piaciuti al presidente Dellai e ad alcuni alleati di giunta. Così il tutto è stato affossato in attesa delle calende greche, quando ci sarà la riforma del servizio sanitario. Nel frattempo per i 7mila dipendenti dell'Azienda sanitaria trentina, ma soprattutto per le migliaia di utenti che quotidianamente si avvalgono dei servizi sanitari provinciali, si andrà avanti così, provvisoriamente. Se le cose dovevano andare in questo modo, forse era meglio lasciare Favaretti al suo posto. Come forse era meglio non indire nemmeno la procedura di nomina del sostituto e insediare una commissione ad hoc, sapendo già prima che, se non usciva il nome richiesto, sarebbe stato fatto saltare tutto. Intanto, il candidato scartato dalla giunta di Trento è stato scelto da Obama. Buon per lui. Un po' meno per il Trentino.
p.giovanetti@ladige.it