La resistenza del Punto d’incontro
Nonc'era esattamente il pienone, sotto la tenda di piazza Fiera, per itrent'anni del Punto d'Incontro. Peccato, perché sono arrivati fior direlatori da tutta Italia.
Persone che conoscono l'importanza dell'opera avviata da don Dante econtinuata da Piergiorgio Bortolotti e dal suo colorato, eccezionalestaff di operatori e volontari.
Gentevenuta a dire che bisogna continuare a lavorare per i poveri, anche sesono "brutti sporchi e cattivi" come ci appaiono quelli che si mettonoin fila a mezzogiorno in via Travai, per aspettare il pranzo.
I "clienti" del Punto d'incontro non fanno guadagnare voti. I sondaggidicono che la stragrande maggioranza degli italiani è d’accordo colgoverno Berlusconi che ha scelto la linea dura: reato di clandestinità,respingimenti dei barconi, giro di vite sull’immigrazione.
I sondaggi sono confermati dalla prova visiva di sabato mattina, altrentennale del Punto d’incontro. Fuori dal tendone di piazza Fiera lagente lecca gelati e si gode il caldo già estivo. Nel tendone nonentrano gli indigeni, non entrano gli immigrati. Gli esperti diaccoglienza e di senzatetto parlano agli operatori, ai volontari, aqualche straniero e a pochi altri volonterosi.
“Eppure non dobbiamo smettere di raccontare l’altra faccia della lunaal mondo che c’è là fuori”, raccomanda il genovese Paolo Pezzana,coordinatore delle organizzazioni che si occupano dei senza dimora. Ecita De André, e quelli che “viaggiano in direzione ostinata econtraria”. Anche se il centro-sinistra è in affanno, anche se leparole d’ordine della maggioranza sulla sicurezza suonano più forti,più convincenti, qui sotto il tendone
si esprime un pensiero altro, che non arretra, che non cala le braghe.
Confortasapere che c’è gente che lavora anche sulle frontiere difficili che nonrendono niente in termini elettorali. Consola sapere che ci sono postichiamati “incontro” dove non chiedono a nessuno di che razza è, da dovediavolo viene e a che titolo si permette di essere povero, in coda peruna pastasciutta ben condita. Rassicura sapere che l’ente pubblicosostiene queste risposte, sapendo che la sicurezza non può garantirlasolo la polizia, perché la sicurezza aumenta quanto più diminuiscono ilrifiuto, la solitudine, l’emarginazione, la disperazione.
La città là fuori, che passeggia e chiacchiera e lecca gelati, non losa che dovrebbe ringraziare la squadra di don Dante, se non aumentanole rapine, le coltellate, la questua degli straccioni, la petulanza deimendicanti.
Buon compleanno Punto d’Incontro: grazie che esisti. Resisti. Insisti.