Benessere, ma non per tutti
PASSEGGIANDO IN BICICLETTA.
«Dopo 18 anni di restauri il castello di Thun, a Vigo di Ton in val di Non, apre al pubblico. Il modo migliore per raggiungerlo è in bicicletta dal Pineta Hotels di Tavon di Coredo». È quanto sta scritto nella pagine dedicate ai «Tempi liberi» sul Corriere della Sera di ieri. Tavon fa rima con Vigo di Ton ma la distanza è di 18 chilometri e, lungo il tragitto, non esiste nemmeno un metro di pista ciclabile. È pur vero che la pubblicità è l'anima del commercio, ma a tutto dovrebbe esserci un limite.
L'ESODO DEI CERVI.
Sempre sul Corriere della Sera un'altra imperdibile chicca: «In Trentino trasferiti i cervi: sono troppi». Chi li ha trasferiti? Perché? Dove li ha mandati? Pensi di trovare la risposta nell'articolo in cui invece, lapidaria, si ripete l'asserzione: «Per i cervi che invece hanno invaso Bolzano, Cortina e Trento, si è optato per il trasferimento». Punto. Non ce ne eravamo accorti. Forse viviamo in un'altra città. A meno che l'onnipotente governatore Dellai, un tantino allergico agli orsi, non abbiamo ordinato alla Forestale di organizzare nottetempo la deportazione di massa degli animali palcuti. Che, notoriamente, sono pericolosi sovversivi.
RICETTE MAGICHE.
Pubblicizzare le perdite, privatizzare i profitti. La ricetta di Confindustria è sempre la stessa. L'ha riproposta l'assemblea della sezione che si occupa degli impianti a fune: «La Provincia potrebbe acquisire le società i cui impianti di risalita sono in crisi». Idea tanto nuova quanto geniale. Forse sarebbe invece il caso di riflettere in modo serio sul mantenimento di stazioni sciistiche perennemente in perdita. Per fortuna la partita l'ha chiusa subito l'assessore al turismo Tiziano Mellarini: «A sentire certe proposte - ha risposto - sembra di tornare ai tempi del ministro delle Partecipazioni statali». D'altra parte gli industriali spesso e volentieri si comportano così: predicano l'innovazione, praticano la restaurazione.
GARDALAND: MA PER CHI?
«Alle terme trentine ci si cura, non ci si diverte». La sentenza è stata emessa l'altro giorno durante la presentazione, nella sede di Trentino Spa, della nuova campagna pubblicitaria delle stazioni termali della nostra provincia. «Qui - si è proseguito - non c'è spazio per la Gardaland di Merano». Per chi non ci fosse mai stato, le Terme di Merano, aperte nel 2005, rappresentano una splendida oasi dedicata al benessere, con 25 piscine al coperto e all'aperto, una magnifica area wellness e un incredibile parco di 50 mila metri quadrati. Per raggiungere il pareggio di bilancio, l'obiettivo era stato fissato in 350 mila presenze annue, dato costantemente superato già a partire dal 2007. Divertimento e wellness si possono coniugare in altri centri pubblici in Alto Adige: a Bressanone, Naturno, Ortisei, San Candido, Brunico... In Trentino, a parte l'eccezione di Andalo, siamo ancora alle chiacchiere (tante) e ai progetti (pochi). Oppure, naturalmente in versione mignon, ci si può rivolgere ai centri privati. Il sospetto è che siano gli albergatori a ostracizzare, in modo miope, la realizzazione di simili strutture pubbliche. E intanto i trentini continueranno ad andare in Südtirol.